IL 22 Ottobre probabile lettera UE all'Italia per violazione documento programmatico

Ottobre 21, 2014

ueIL 22 Ottobre probabile lettera UE all'Italia per violazione documento programmatico

La Commissione europea non lascia trapelare al momento se invierà o meno all'Italia una lettera sul documento programmatico di bilancio entro mercoledì prossimo, 22 ottobre, ma le recenti dichiarazioni del ministro dell''Economia, Pier Carlo Padoan, confermano di fatto che le consultazioni con Bruxelles sono in corso e che la lettera indirizzata a Roma ci sarà.

Questo equivale a dire che l''Italia è in seria violazione dei suoi obblighi di bilancio e che quindi dovrà rimettere mano al documento che Bruxelles rinvierà perchè venga emendato. Si tratterebbe di una prima volta da quando nel 2013 la Commissione ha introdotto le nuove norme sulla disciplina di bilancio dei paesi della zona euro.

Le norme contenute nel regolamento 473/2013, parte del cosiddetto Two-Pack, stabiliscono che la Commissione europea esprime un'opinione sui documenti programmatici di bilancio dei paesi della zona euro "entro il 30 novembre" di ciascun anno (quest'anno avverrà il 15 novembre). In casi eccezionali, cioè in quelli di "un''inosservanza particolarmente grave degli obblighi di politica finanziaria", la Commissione prende contatto con gli stati inadempienti "entro una settimana dalla presentazione del progetto di documento programmatico di bilancio", cioè, nel caso di quest'anno, entro mercoledì 22 ottobre. Dopodichè la Commissione è tenuta ad adottare un parere sul documento programmatico entro il 29 ottobre.

Si tratta del parere a cui ha fatto riferimento Padoan nel fine settimana, dichiarandosi ottimista sui contenuti dell'opinione Ue prevista il 29 ottobre. "Siamo in contatto con la Commissione. Il 29 la Commissione esprimerà una valutazione" ha detto domenica il ministro nel corso di un'intervista alla Rai.

"Un'eventuale opinione della Commissione europa emessa il 29 ottobre, quindi a due settimane della presentazione del piano programmatico di un paese della zona euro, sarà fatta per richiedere la modifica del progetto di bilancio" dice una fonte Ue.

Un portavoce del ministero dell''Economia non ha voluto dare chiarimenti sulle dichiarazioni di Padoan.

Il punto è che il parere non può essere positivo in assoluto, in quanto è espresso proprio per spiegare il perchè un paese sia in seria violazione delle regole di bilancio. "Nel parere la Commissione chiede che sia presentato un progetto riveduto di documento programmatico quanto prima e comunque entro tre settimane dalla data del suo parere", si legge nel regolamento del Two-Pack. Padoan ammette quindi di fatto che la Commissione chiederà un documento programmatico rivisto e rimanderà quindi al mittente l''attuale documento programmatico, approvato dal governo italiano lo scorso 15 ottobre.

La Commissione al momento non si esprime ufficialmente sull'inizio delle consultazioni, vista anche la complessa transizione tra la leadership di Josè Manuel Barroso e il presidente eletto Jean-Claude Juncker, che si dovrebbe insediare a inizio novembre. Juncker ha bisogno del voto positivo del Parlamento europeo, atteso per mercoledì prossimo a Strasburgo, per insediarsi. E dal politico lussemburghese è atteso un approccio più morbido rispetto a quello che starebbe meditano il leader portoghese uscente.

Il giudizio sull'Italia inoltre non potrà prescindere da quello che verrà attribuito ai conti della Francia, che ha rinviato di altri due anni, al 2017, il ritorno del deficit/Pil sotto quota 3%. Un attacco all'Italia infatti non potrebbe giungere senza un'analoga mossa nei confronti della Francia.

La seria violazione delle regole di bilancio è un monito grave, ma allo stesso tempo non è vincolante. L'Italia potrebbe non modificare il suo documento programmatico di bilancio, main quel caso rischierebbe una nuova opinione negativa di Bruxelles a novembre, quando i pareri su tutti gli altri documenti programmatici saranno resi noti, ed eventualmente anche una procedura per debito eccessivo. Il punto resta infatti la correzione strutturale che la Commissione ha stabilito nello 0,7% del Pil, mentre il governo Renzi ha concesso solo lo 0,1%.

Il compromesso è possibile, assicurano gli esperti di Bruxelles, ma non prima di lunghe trattative.

 

FONTE REUTERS

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