ALLARME SPREAD Pelanda: così la Germania "telecomanda" la fine dell’Italia

Luglio 24, 2012
Infatti, meriterebbe uno spread sotto il 2% e un costo di rifinanziamento complessivo del debito attorno al 3%, in discesa. Ma, appunto, il mercato lo sta spingendo verso l’8%. Questo è il problema. Le soluzioni sono due. Per prima cosa differenziare l’analisi sulle situazioni di Italia e Spagna, diversissime, affinché la crisi della seconda (bolla immobiliare e crisi bancaria complicata dall’assenza di base industriale) non contagi la prima. Colpevolmente, il Fmi non ha voluto farlo nel recente passato e il mercato che viene orientato dalle sue analisi lo ha seguito.Negli ultimi giorni tale errore (o pressione contro l’Italia?) è stato capito da alcuni attori del mercato e speriamo che ciò possa diffondersi e avere un effetto di riduzione dello spread. Ma è la Bce ad avere in mano la soluzione che chiuderebbe la crisi in un minuto: fornire liquidità illimitata ai fondi salva-stati e con questo segnalare che l’euro resterà in vita.Ma la Germania non vuole, ritarda la soluzione, e per questo è responsabile di un eccesso di punizione dell’Italia da parte del mercato. In sintesi, due terzi della nostra crisi e impoverimento sono imputabili a Berlino e non a noi. Penso sia ora che Roma lo dica e ponga la nuova questione tedesca in Europa.

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