BORSE ASIATICHE ANCORA DEBOLI,WALLY CHIUSA PER FESTIVITA’

Gennaio 18, 2016

borse9BORSE ASIATICHE ANCORA DEBOLI,WALLY CHIUSA PER FESTIVITA’

Stati Uniti mercati azionari e obbligazionari sono chiusi per la festa di Martin Luther King Jr.Oggi non avremo il faro a guidarci ,nel bene e nel male,ma sempre un riferimento autorevole saranno Borse Asiatiche e quotazioni prezzo Greggio.Per quanto concerne le prime ,sembra che siano deboli ,ma con meno forza del previsto ,questo sta ad indicare che il flusso di vendite si sta ,pian piano spegnendo ,ed è propedeutico ad accumulo per nuova ripartenza o forte rimbalzo.Per quanto concerne le quotazioni del greggio ,siamo ancora in debolezza e incertezza.In Europa ,si riparte deboli ,come al solito e il nostro Ftsemib ,dovra’ vedersela con i 19000 punti e soprattutto con chiusura vascone a 18800,ennesimo punto di riferimento ,a seguire resta 18400/500 che risulta essere il ritracciamento del 50 % di Fibonacci considerando il movimento da 12800/24200 e coincide anche con il 61,8% del movimento piu’ corto con partenza 15000 VEDI GRAFICO .Questo dimostra ,quanto sia importante tale livello ,dove siamo convinti tornino corposi gli acquisti.La riunione della Bce del 21 gennaio è vista come un possibile ultimo aiuto o baluardo per poter frenare queste vendite ,che cominciamo a fare veramente paura.Un rialzo del “QE” ,secondo me ci sta nelle corde e sarebbe salutare e ben apprezzato,ma mancano ancora tre sedute e tutto puo’ accadere ,nel frattempo.Il 26 Gennaio sara’ poi la volta della FED  che potrebbe dare il suo contributo ,certamente con questo mercato non ci sara’ piu’ alcun riferimento a rialzi di tassi ,almeno per un lungo periodo.Ci aspettano quindi 10 gg molto importanti ,che potrebbero cambiare lo scenario e riportare ossigeno per le Borse di tutto il mondo.

 

Chiudo con citazione BUFFETT”"“Basta avere paura quando gli altri sono avidi ed essere avidi quando gli altri hanno paura” 18400 SARA’ IL PUNTO CARDINE?

BORSE ASIATICHE

NIKKEI -1,16%

La borsa giapponese ha terminato la seduta odierna in calo per le perduranti preoccupazioni legate alle prospettive dell'economia cinese e per la discesa dei prezzi del petrolio su livelli che non si vedevano dal2003.Il Nikkei ha perso 1,1% a 16.955,57 punti, minimo da un anno.I titoli del settore comunicazioni <.ICOMS.T> hanno guidato i ribassi con una perdita del 2,4%.Softbank Group Corp è finita in calo del 7,9% dopo cheNomura Securities ha tagliato il suo target price a 7.550 yen per azione da 8.580 yen. Il gigante giapponese delle telecomunicazioni è il principale azionista di Sprint Corp ), che ha perso il 10% venerdì a Wall Street.Mizuho Financial Group Inc è scesa del 2,5% dopo che SMBC Nikko Securities ha tagliato il rating sul titolo a "neutral" da "outperform", citando la debole crescita nelle economie emergenti.Il più ampio indice Topix ha chiuso in ribasso dell'1% a1.387,93 punti.

HANG SENG -1%

Cina, borsa di Shanghai chiude in rialzo dello 0,47%

 

BORSA USA

I principali indici azionari statunitensi hanno chiuso  in deciso ribasso. Il Dow Jones ha perso il 2,4%, l'S&P 500 il 2,2% e il Nasdaq Composite il 2,7%. L’S&P 500 ha chiuso ai minimi dallo scorso 25 agosto.A pesare su Wall Street è stata una serie di fattori negativi: le turbolenze sulle borse cinesi, i deboli dati macroeconomici pubblicati oggi negli USA ed il nuovo tonfo del prezzo del petrolio.Intel  ha perso il 9,1%. Il maggiore produttore al mondo di semiconduttori ha annunciato una trimestrale migliore delle stime del consensus, ma fornito un outlook sul corrente trimestre che ha deluso le attese del mercato.Citigroup e Wells Fargo  hanno perso rispettivamente il 3,6% e il 6,4% nonostante abbiano annunciato per il quarto trimestre profitti superiori alle previsioni degli analisti.

 

BANKITALIA

La ripresa dell’economia italiana prosegue gradualmente. Lo afferma la Banca d'Italia nel suo ultimo Bollettino Economico.Via Nazionale indica che alla spinta delle esportazioni, che risentono della debolezza dei mercati extraeuropei, si sta progressivamente sostituendo quella della domanda interna, in particolare per consumi e ricostituzione delle scorte. Al recupero del ciclo manifatturiero si affiancano segnali di espansione nei servizi e, dopo un calo prolungato, di stabilizzazione nelle costruzioni. Le prospettive degli investimenti risentono però dell’incertezza riguardo alla domanda estera. Nel quarto trimestre il PIL dovrebbe essere aumentato in misura analoga a quella del terzo (quando era cresciuto dello 0,2 per cento).

L'occupazione migliora

Nei mesi estivi il numero di occupati ha continuato a crescere, soprattutto tra i giovani e nei servizi; è proseguita la ricomposizione delle assunzioni verso forme contrattuali stabili. Il tasso di disoccupazione è sceso all’11,4 per cento nel bimestre ottobre-novembre, il livello più basso dalla fine del 2012, anche per effetto della riduzione della disoccupazione giovanile, che rimane tuttavia su livelli storicamente elevati. Le attese delle imprese riferite al quadro occupazionale sono cautamente ottimiste.

FTSEMIB

Alla ricerca di un punto dove poter costruire posizioni di lungo periodo ,che possa essere da detonatore per buon rialzo.Il rimbalzo ci sara’ ma non credo possa essere di grosso aiuto ,serve una ripartenza e il livello 18400/500 potrebbe avere queste caratteristiche.Confermiamo che soltanto a rottura dei 17500 cambierebbe in modo deciso tutto lo scenario ,con possibilita’ di ritorni su livelli da brivido.Inutile analizzare i titoli aspettiamo cosa ci diranno i mercati.

UNICREDIT,L'AD Federico Ghizzoni è fiducioso sul 2016 dopo che nella seconda parte del 2015 la banca ha registrato una forte attività dell'area corporate e ribadisce che non c'è bisogno di un aumento di capitale. Parlando a margine di un evento, ha detto che "il 2015 si è chiuso bene dal punto di vista del business" e ha aggiunto "c'è una reale ripresa e c'è una maggiore domanda interna in Europa, in particolare in Germania, che compensa l'attività nei paesi emergenti"Sulle prospettive del 2016 Ghizzoni ha ricordato che "l'Europa è vista con una crescita dell'economia dell'1,8%/1,9% di media. Rimaniamo dunque abbastanza fiduciosi pur sapendo dei problemi geopolitici".Quanto all'ipotesi aumento di capitale, circolata più volte e più volte smentita, Ghizzoni si è limitato a dire: "Ormai non commento nemmeno più". Unicredit ha avviato il 2016 accumulando una perdita del 14%. Ha chiuso il 2015 con una perdita del 3,8%.

 

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