ospitiamo il consueto post di LINA CAGOSSI (corrispondente da wall street)
La settimana e’ iniziata in sordina a Wall Street e probabilmente non vedremo grossi movimenti fino all’arrivo dei tanto attesi dati sull’occupazione (mercoledì e venerdì) e fino alla riunione della Bce di giovedì. Secondo Kenneth Polcari, Direttore delle operazioni sul floor per O’Neil Securities, il mercato e’ arrivato al top, ma solo temporaneamente, con gli operatori che si chiedono, dopo il raggiungimento e il netto superamento dei 1900, quale sia la resistenza naturale e anche punto inizieremo a scendere. Questa settimana sarà cruciale proprio per determinare la direzione del mercato. L’attesa per i dati sull’occupazione terra’ sulle spine gli investitori ma il vero evento in grado di fare la differenza sarà la riunione della Bce e la decisione che (forse e molto probabilmente) seguirà.
Tante le speculazioni di questa settimane relative ad un intervento (aggressivo) da parte della Banca Centrale Europea. Speculazioni che, se saranno confermate, potrebbero innescare una reazione inaspettata. Da una parte, sottolinea Kenny, se l’intervento sarà molto aggressivo potrebbe spaventare perché indicherà che le condizioni economiche sono peggiori rispetto alla percezione del mercato. Dall’altra invece se le speculazioni continueranno anche nei prossimi giorni il mercato avrà tempo per abituarsi all’idea di un intervento aggressivo e forse, ad una iniziale reazione nervosa al ribasso, potrebbe seguire un recupero e quindi un ritorno ai livelli attuali. I prossimi due giorni quindi saranno fondamentali ed e’ per questo che ritroviamo volumi di scambio molto sottili sia in Europa che qui negli Stati Uniti – dive sono bassi da almeno un mese e mezzo con gli investitori che si sono presi una pausa, incerti sulla direzione del mercato, sottolinea Kenny.
La (mancanza di) volatilità continua a preoccupare, fino a poche settimane fa si sentivano solo commenti rialzisti sul mercato mentre adesso sono sempre di più gli orsi sul mercato. Una volatilità così bassa e’ rischiosa perché comporta una possibile reazione nervosa in caso di eventi inaspettati e straordinari. D’altra parte pero’ un indice Vix così basso indica poca paura sul mercato, quindi stabilita’ e fiducia nelle condizioni del mercato, dice Kenny. Tuttavia bisogna prestare molta attenzione dato che, in mancanza di eventi straordinari, gli indici continuano a muoversi entro una banda di oscillazione limitatissima, senza forti oscillazioni. Forse un Vix a quota 12 sta diventando il nuovo normale e non lo sapremo fino a dopo l’estate e fino a che non avremo un’idea più chiara della direzione dell’economia. Kenny crede che il mercato guadagnerà in maniera netta alla fine dell’anno ma la “wild card” sarà la riunione della Bce di questa settimana.
Tre anni fa Mario Draghi aveva promesso che la Bce avrebbe fatto tutto il possibile per supportare l’economia e da allora non c’e’ stato alcun intervento. Adesso che il recupero dell’economia europea mostra segnali di rallentamento la Bce si ritrova a dover intervenire sul serio, sottolinea Kenny.