Nel frattempo la Federal Reserve attiverà il suo programma di allentamento della politica monetaria e secondo quanto dichiarato da Gary D. Cohn, presidente di Goldman Sachs "Alla fine, ammesso che una fine ci sarà, dovremo passare attraverso parecchi dolori per la sua interruzione". Problemi che arriveranno dal fatto che la politica di Washington si sta dimostrando incapace di gestire le crisi interne ed estere che coinvolgono l'economia: il QE3 è un supporto che dovrebbe esistere come "frattempo". Una volta venuto meno, senza una riforma radicale, cosa rimarrebbe?Secondo il Presidente della Fed, Ben Bernanke lo stimolo non sarà terminato finche non ci saranno miglioramenti tangibili dell’occupazione e dell'economia in generale. Ma il fatto che non siano state fornite cifre e paletti di sorta, fa pensare a molti osservatori che la Fed stia riservandosi di lasciare una porta aperta per la continuazione ad oltranza.

"Sappiamo che la Fed vuole creare la crescita di posti di lavoro", ha detto Cohn rivalutando l’economia anche grazie alla collaborazione del mondo politico soprattutto visto che su di lui gravano le incognite della riforma fiscale che sta letteralmente paralizzando ogni tentativo di slancio verso la crescita. I collaborazione con la Bce (e il suo piano di acquisti di bond) e la Banca del Giappone (che il mese scorso ha incrementato le proprie attività di acquisto) tutte e tre tentano di tracciare una strada che non distrugga però il cammino autonomo dei singoli paesi.

Infatti se ha elogiato il presidente della Bce Mario Draghi (da lui ben conosciuto visto che ci ha lavorato dal 2002 al 2005) per aver fatto un "lavoro spettacolare" e aver evitato tutti i rischi presenti sul tavolo, Cohn ha aggiunto che la BCE non può "affrontare il vero problema a lungo termine dell'Europa, che è la crescita economica.