Borsainvestimenti segnala un Un post A cura di MoneyFarm
Negli ultimi anni il mercato delle commodities è stato “travolto” da un superciclo, alimentato da una domanda in forte aumento, da una ricchezza crescente e da una limitata disponibilità di risorse naturali.Dalla fine del 2012 la corsa delle commodities sembra essere in frenata.Diversi e concomitanti sono i fattori a cui attribuire il processo di ridimensionamento dei prezzi. Pesano i fattori interni al settore dei materials quali l’innovazione tecnologica, le rinnovate capacità di stoccaggio e l’effetto di sostituzione fra materiali, variabili che hanno modificato la percezione delle scorte e gli utilizzi di molte commodity. Gli alti costi delle materie prime hanno inoltre incoraggiato nuovi investimenti e nuovi filoni di ricerca, consentendo a molti paesi di trovare la via per affrancarsi dalla dipendenza estera su beni strategici: ne è un esempio, la rivoluzione dello shale gas negli Stati Uniti.Futuri ribassi si prevedono per materie energetiche come gas e petrolio. Notizia che potrebbe avere un impatto positivo per la maggior parte dei paesi emergenti asiatici importatori di energia. Per paesi come l’India il cui acquisto di risorse energetiche (carbone e petrolio in particolare) rappresenta il 40% della spesa annua totale, un ribasso dei prezzi potrebbe portare maggiore stabilità alle loro bilancie commerciali e dinamiche deflattive nelle economie locali.Al contempo economie asiatiche produttrici di materie prime come Indonesia, Malesia e Australia vedrebbero una diminuzione del loro potere contrattuale con una revisione al ribasso delle loro prospettive di crescita e d’investimento. La fine di ogni superciclo comporta sempre piccoli o grandi cambiamenti: quello delle commodities di certo ne riserva parecchi.