Intervista a Giles Keating di Credit Siusse

Maggio 31, 2012
Questa situazione sembra condizionare pesantemente anche i mercati azionari. Come è possibile uscirne?
In generale, riteniamo che i mercati azionari possano trovarsi piuttosto vicini ai minimi, o forse potremmo assistere ad alcuni ulteriori picchi negativi, che ai nostri occhi sarebbero tuttavia chiare opportunità di acquisto. Qualora si concretizzi effettivamente lo scenario di un’uscita della Grecia dall’euro, è altamente probabile che i mercati scendano ancora. Ritengo tuttavia che anche in questo caso si genererebbe una nuova opportunità di acquisto su livelli più bassi, in quanto la liquidità iniettata dalla BCE preverrebbe comunque una recessione più pesante. 
Nelle ultime settimane il prezzo dell’oro è finito sotto una forte pressione di vendita, in parte a seguito del clima d’incertezza in Europa. Assisteremo prossimamente a una ripresa?
Se si guarda ai grafici dell’oro, gli indicatori tecnici non si presentano molto favorevoli. Alcuni dei fondamentali appaiono migliori in quanto i tassi d’interesse sono ancora negativi, fungendo da sostegno per il metallo giallo. Ma nel complesso la situazione indica che il trend atteso per l’oro in una prospettiva di breve termine è ampiamente laterale.
Secondo quanto da lei affermato alcuni mesi fa, la possibilità che i rischi geopolitici in Medio Oriente portino a un'impennata dei prezzi petroliferi costituisce per le prospettive economiche un rischio molto maggiore rispetto alla crisi dell'Eurozona. Riconferma questo scenario di base?
Ultimamente è stata dedicata un’attenzione minore alla situazione in Medio Oriente, e alcuni segnali sembrano indicare che tali tensioni si stiano effettivamente attenuando. Il dialogo in corso fra alcune delle parti si sta rivelando utile, e abbiamo assistito a un andamento sostenuto dell'offerta di petrolio – ad esempio la Libia ha iniziato a operare nuovamente a pieno regime. Tutti questi fattori hanno contribuito ad abbassare i prezzi, nonostante il fatto che la domanda sia in realtà aumentata. Nel complesso, ad oggi questo rischio non sembra dunque essere di centrale importanza, anche se ovviamente una simile tipologia di rischi non si esaurisce mai del tutto. 
Come vede invece una prospettiva di più lungo periodo? Per quanto tempo rimarremo ancora invischiati in questo scenario a basso tasso di crescita?
L’andamento piuttosto stentato della crescita sembra destinato a perdurare ancora per qualche anno. Oltre tale orizzonte temporale si pongono interessanti interrogativi: da un lato sussiste il rischio che il peso del debito zavorri la crescita ancora a lungo. Dall’altro lato è tuttavia anche possibile che taluni sviluppi quali le nuove scoperte di giacimenti petroliferi e di gas di scisto (una nuova fonte energetica rivoluzionaria e a basso costo) possano contribuire a stimolare la crescita e contrastare gli effetti prodotti dal debito. Fonte Credit Suisse

 

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