Ospitiamo un post di Marco Barlassina (Finanza.com)
"Con una mossa che potrà sembrare controcorrente, abbiamo deciso di acquistare titoli di Stato italiani a lunga scadenza, perché offrivano un rendimento allettante e – a nostro parere – un basso rischio di downside". Lo spiega Christophe Bernard, Chief Strategist di Vontobel, in un commento al mercato dal titolo "Alla fin fine, tutte le strade portano a Roma". Nel documento Bernard spiega di aspettarsi che la Bce, insieme all'Efsf riesca a frenare l’ascesa dei tassi di interesse. "Essendo probabilmente troppo grande per un’operazione di salvataggio - si legge ancora - l’Italia è un paese chiave per il futuro dell’area dell’euro".
Vediamo perché dalle stesse parole dello strategist:
Da un lato (l’Italia, ndr) è il maggiore mercato obbligazionario d’Europa e il terzo del mondo dopo gli USA e il Giappone. L’Italia ha un pesante onere fiscale, con un rapporto debito-PIL del 120%. Per molto tempo ha registrato una crescita economica minima e ha perso di competitività dopo l’adozione dell’euro. D’altro canto, genera un notevole avanzo primario (pari quasi al 2% del PIL) e ha mantenuto stabile il rapporto debito -PIL dal 1992 (un’impresa senza pari tra i paesi dell’area dell’euro); inoltre sta attuando riforme strutturali e una profonda trasformazione del sistema pensionistico. La capacità dell’Italia di stabilizzare la dinamica del debito è molto maggiore di quanto pensino gran parte degli operatori.
Dire che gli attuali livelli dei tassi in Spagna e in Italia non sono accomodanti sarebbe un "understatement”. Al contrario: vista la situazione economica dei due paesi sono da considerarsi restrittivi. […] La causa è da attribuire alla mancanza di fiducia degli investitori nel futuro dell’euro e nella capacità della Spagna e dell’Italia di ottenere un livello di debito sostenibile.