A quando risale il progetto di creare bond continentali?
Discussioni al riguardo se ne erano avute già negli Anni 60: del resto i sei Stati fondatori della Cee avevano contemplato nei diversi atti costitutivi l’idea di una raccolta congiunta di fondi. Tuttavia l’argomento è stato accantonato per decenni e, quando negli Anni 90 è stato rilanciato il progetto della moneta unica, i costi di indebitamento erano bassi e quindi l’idea di creare a un bond europeo non fu considerata.
Quando se n’è parlato di nuovo?
Con lo scoppio della crisi. Lo tsunami finanziario che ha investito il debito privato prima, e quello pubblico dopo, ha rilanciato il dibattito. Negli ultimi anni sono state declinate diverse proposte, come i «Blue-bond», e gli «Euro-Union-Bond» di Romano Prodi e Alberto Quadrio Curzio. C’è poi il progetto degli «Stability bond», presentato dal presidente della Commissione europea, Jose Manuel Barroso, e quello dei «Project bond» per il finanziamento congiunto di progetti specifici che non dispiace al neopresidente francese, Francois Hollande.
Quali sono ad oggi le ipotesi al vaglio?
A novembre dello scorso anno la Commissione europea ha presentato un «Libro verde», nel quale sono contemplate tre formule. «Eurobond completi con responsabilità solidale», che prevede la completa sostituzione dei titoli nazionali e la responsabilità solidale e illimitata di ogni stato membro. Questo modello favorisce stabilità e integrazione, elevando però il rischio di azzardo morale che richiederebbe notevoli modifiche ai trattati dell’Unione. La seconda ipotesi è di un «Eurobond parziali con responsabilità solidale», che prevedono la sostituzione di una parte del debito nazionale decisa calcolata come percentuale sul Pil. Infine, gli «Eurobond parziali senza garanzie solidali», ovvero senza responsabilità congiunta che minimizza l’azzardo morale: questa opzione non necessita di modifiche robuste ai trattati, ma rischia di creare una restrizione di accesso per alcuni Paesi membri.
A che punto è il dibattito?
I sostenitori degli Eurobond sono stati il presidente dell’Eurogruppo, Jean-Claude Juncker, e Giulio Tremonti. Sulla stessa linea si sono schierati Hollande e il suo ministro delle Finanze, Pierre Moscovici, Monti, il presidente della Bce, Mario Draghi, il premier spagnolo, Mariano Rajoy. Si rafforza così il pressing nei confronti del cancelliere Angela Merkel e del suo ministro delle Finanze, Wolfgang Schauble, oppositori a oltranza. Ma la partita decisiva potrebbe giocarsi in Grecia col ritorno alle urne.
DI FRANCESCO SEMPRINI