Le quotazioni di un titolo, non sono altro che il risultato dall'incontro tra la domanda e l'offerta, cioè tra chi ritiene che sia il momento giusto per comprare e chi ritiene sia il momento giusto per vendere, avendo come risultato delle continue oscillazioni e questo avviene anche se c'e la prevalenza di una forza sull'altra e le quotazioni sono dirette in una precisa direzione. Il tornare indietro, si dice "correzione" od anche "ritracciamento".Se il trend prevalente è rialzista, le correzioni saranno al ribasso e viceversa. Le correzioni avvengono perché, nel caso di andamento rialzista, chi ha comprato basso decide di monetizzare i guadagni e quindi si intensifica la pressione in vendita… il prezzo comincia a scendere. Ad un certo punto, chi era rimasto fuori dal rialzo non appena vede le quotazioni ad un prezzo abbastanza distante dall'ultimo massimo segnato, deciderà di comprare, con la convinzione che il titolo ritornerà a salire. Ma lo stesso ragionamento lo farà anche chi aveva venduto sui massimi decidendo di rientrare non appena vedrà il titolo riapprezzarsi .Ed è ecco che si ripristina la tendenza originale, che sarà ancor più forte, facendo segnare un nuovo massimo… e così via sino aqunado non si incontra un alto livello di resistenza che convinca della fine del trend .Statisticamente si è notato che le correzioni tendono a ripercorrere da 1/3 ai 2/3 del movimento principale. In media, possiamo attenderci un ritracciamento del 50% di un movimento.Quindi se il prezzo sale senza sosta da 4 a 5 è lecito attendersi un ritorno a 4.5 (50% del rialzo) o per essere un po' più larghi di previsione, tra 4.33 e 4.66 (33% e 66%). Frequentemente gli analisti fanno riferimento alle percentuali di ritracciamento ricavate da una serie storica dalle particolari proprietà numeriche, la famosa serie di Fibonacci, un matematico pisano del 1200. Le percentuali ricavate e più usate sono le seguenti: 38.2% - 50 % - 61.8% - e in alcuni casi 78.6%. Pertanto molto simili a quelle di prima, ma che sembrano funzionare meglio.