USA 2012: BARACK OBAMA O ROMNEY? - L‘elezione del presidente americano poi comporta altre incertezze. I mercati sembrano preferire un presidente repubblicano, scrive il Sole 24 Ore:
“Solitamente i mercati preferiscono un presidente repubblicano perché tendenzialmente più incline a privilegiare le fasce sociali più agiate e più vicino alle lobby finanziarie. Ma in questa tornata non è così chiaro se Romney possa dare nuova benzina alle Borse. Suona come contradditoria, infatti, la presa di posizione contro la politica ultra-espansiva del governatore della Federal Reserve, Ben Bernanke, che per contrastare la crisi ha sparato più di un bazooka (dopo aver praticamente azzerato i tassi ha lanciato tre quantitative easing e un’operation twist per drogare i mercati di liquidità). Secondo le ultime voci Romney potrebbe spingere verso la Federal Reserve dal 2014 (quando scade il secondo mandato di Bernanke) Glenn Hubbard, suo attuale consigliere economico, scettico sul quantitative easing e sulle strategie espansive finora seguite dal successore di di Alan Greenspan”.
BANCHE CENTRALI IMPOTENTI – Se il mercato è “assuefatto” alle misure espansive delle banche centrali le loro azioni diventano impotenti:
Collegata a questo problema c’è la paura che i mercati possano risultare assueffatti alle misure espansive delle banche centrali. Un’avvisaviglia la si è vista già con il terzo round di quantitative easing annunciato da Bernanke a settembre che prevede l’acquisto, per ogni mese fino a tempo indefinito, di 40 miliardi di dollari in mutui-bond (con l’obiettivo di rilanciare il mercato immobiliare).
La reazione delle Borse c’è stata ma certamente inferiore rispetto alle precedenti due tornate di quantitative easing. Il timore – spiega Michele Patrì, gestore dello European flexible equity fund di AllianceBernstein – è che «non ci sia un’evidenza che l’economia sta migliorando a seguito dell’intervento monetario delle banche centrali, ovvero che non ci sia una ripresa economica a fronte dell’intervento monetario delle banche centrali».
I PIGS E LE INCOGNITE TEDESCHE – Anche le incognite europee gravano sui mercati, spiega il Sole 24 Ore:
“E adesso ci spostiamo in Europa. «La Spagna rimane il punto centrale nel breve insieme alle elezioni Usa. Il Paese potrebbe far ricorso agli aiuti nel già corso delle prossime settimane. Nel 2013 il tema importante in Europa saranno le elezioni tedesche – spiega Vincenzo Long, strategist di Ig -. Il cancelliere tedesco, Angela Merkel, attualmente al suo secondo mandato, potrebbe rischiare grosso sulla Spagna. Pertanto ci aspettiamo un approccio più deciso nel cercare di salvare il Paese rispetto a quello che abbiamo visto con la Grecia»”.
IL RALLENTAMENTO DELLA GERMANIA – La Germania è diventata, scrive il Sol 24 Ore, il “grattacapo più grosso”:“Ma «il grattacapo più grosso del Vecchio Continente è diventata la Germania, contagiata dalla recessione così come fotografato dal sondaggio Ifo e dal dato sulla produzione manifatturiera visto ieri – spiegano Michael Hewson e Ben Taylor di Cmc markets -. Il timore ora è che, se anche la Germania scivola in territorio negativo, il problema del debito non farà che aggravarsi con i rendimenti dei titoli tedeschi che inizieranno a salire»”.
FRANCIA E PIL – Un’altra incognita dell’Europa è il Pil della Francia, scrive il quotidiano:
“In Europa, la Francia, che ha ancora difficoltà ad attuare le riforme e sta limitando la propria azione a pacchetti di austerità recessivi, rischia di cadere in recessione e quindi di avere forti difficoltà a mantenere il deficit al 3% – argomenta Edoardo Chiozzi Millelire, responsabile per l’Italia convictions am -. È probabile che Hollande aspetti il risultato delle elezioni tedesche confidando in una vittoria della Spd prima di cambiare politica economica, ma ne avrà il tempo?»”.
ISRAELE-IRAN, IL CONFLITTO – Anche il conflitto tra Iran e Israele, scrive il Sole 24 Ore, aumenta l’instabilità dei mercati:
Un altro tema spinoso riguarda l’Iran, mina vagante, già sottoposto a sanzioni da parte dell’Unione europea per il pericolo nucleare. Secondo Tommaso Federci, responsabile gestioni di Banca Ifigest «nei prossimi mesi potrebbero crescere le tensioni per un possibile conflitto Iran-Israele». Anche secondo Patrì è da tenere seriamente in considerazione il «problema geo-politico legato all’Iran a fronte di un possibile intervento militare nel Paese».