FRENATA DEL NOSTRO INDICE CON UNICREDIT IN PRIMA LINEA IN NEGATIVO
IL MERCATO AZIONARIO HA SUBITO UNA BRUSCA FRENATA,DOPO UN DISCRETO AVVIO,I TITOLI MAGGIORMENTE SOFFERENTI SONO STATI TRA LE BANCHE UNICREDIT,SUI TELEFONICI TELECOM E FIAT PER SETTORE AUTOMOBILISTICO.ASPETTAVAMO QUESTO STORNO PER CHIUDERE IL GAP POSTO A 18700 PUNTI,MA NONOSTANTE IL CORPOSO RIPIEGAMENTO IL GAP E’ TUTT’ORA APERTO.
chiusura 18907 punti
COSA HA SCATENATO TUTTO QUESTO?
L’indice ISM manifatturiero è sceso a gennaio, rispetto a dicembre, da 56,5 a 51,3 punti. Gli economisti avevano previsto un calo a 56 punti.
IL MERCATO USA COME SOTTOLINEAVAMO DA MOLTO TEMPO PER SP500 DOVEVA APPRODARE A 1730 PUNTI E SEMBRA CHE CON QUESTO DATO LE CHANCE SIANO AUMENTATE .OLTRE A CIO ‘ STAMATTINA AVEVAMO AVVERTITO DELL’ALTA VOLATILITA’ CHE SI STAVA SVILUPPANDO SUI MERCATI.
EBA STRESS TEST
L’EBA intanto nelle ultime ore ha fornito dei chiarimenti sullo stress test che sembrano rendere l’esercizio meno severo rispetto alle indicazioni iniziali
UE CONTESTA RITARDO ALL’ITALIA SU PAGAMENTI ALLA PA
La Commissione europea contesta formalmente all’Italia di violare la direttiva sul ritardo nei pagamenti della pubblica amministrazione.
“L’Italia è il peggior pagatore dell’Unione europea”, ha detto il vicepresidente dell’esecutivo comunitario, Antonio Tajani, confermando che invierà oggi al governo italiano la lettera di ‘EU Pilot’, avviando quindi la fase preliminare della procedura di infrazione.
“L’Italia avrà cinque settimane di tempo per dimostrare di non avere violato la normativa europea, altrimenti partirà la lettera di messa in mora”, ha aggiunto.
La direttiva limita a 30 giorni il termine di pagamento, ammettendo una deroga fino a 60 giorni in circostanze precise. Secondo Confesercenti, le pubbliche amministrazioni pagano mediamente in 170 giorni.
REDDITO FAMIGLIE SCENDE A NORD E CENTRO
Nel 2012 il reddito disponibile delle famiglie in valori correnti diminuisce, rispetto all’anno precedente, in tutte le regioni italiane. Nel confronto con la media nazionale (-1,9%), il Mezzogiorno segna la flessione più contenuta (-1,6%), seguito dal Nord-est (-1,8%), Nord-ovest e Centro (-2%). Lo rileva l’Istat.
Le regioni con le riduzioni più marcate sono Valle d’Aosta e Liguria (-2,8% in entrambe). La caduta registrata nel 2012 è la seconda dopo quella, ancora più forte, segnata nel 2009. D’altra parte sono stati due anni passati sotto il segno della recessione. Insomma, fa osservare l’Istat, ”l’economia italiana nell’ultimo quadriennio ha attraversato una fase di crisi che ha avuto effetti negativi anche sull’andamento del reddito disponibile delle famiglie”. Ecco che, sottolinea, ”il valore nominale del reddito disponibile nel 2012 è risultato di poco di superiore a quello del 2009 (+1%), ma le difficoltà non hanno colpito le regioni con la stessa intensità”. Se, infatti, il 2012 è stato un anno ‘nero’ soprattutto per il Centro Nord, dove la crisi aveva evidentemente più da portar via, la situazione si capovolge allargando lo sguardo all’intero periodo che va dal 2009 al 2012. Arco temprale in cui, spiega l’Istituto di statistica, ”il reddito disponibile ha segnato un andamento più favorevole nelle regioni settentrionali, con una crescita complessiva dell’1,6% nel Nord-ovest e dell’1,7% nel Nord-est”. Si trovano, invece, nel Mezzogiorno le regioni dove il reddito disponibile è risultato inferiore a quello del 2009. Il discorso cambia se si passa dal reddito disponibile delle famiglie a quello per abitante: il valore pro-capite espresso in valori correnti, ha subito, tra il 2009 e il 2012, una contrazione dello 0,1%, frutto di un calo consistente al Centro (-1,2%), di una variazione nulla nelle regioni settentrionali e di un piccolo incremento nel Mezzogiorno (+0,2%)
BLACKROCK
Il colosso dei fondi americano BlackRock nelle ultime settimane ha ridotto la propria esposizione verso il debito pubblico italiano e spagnolo. Lo ha detto in un’intervista al Wall Street Journal il capo del reddito fisso per le Americhe Rick Rieder, che appena lo scorso dicembre aveva ammesso invece che i Btp e i Bonos erano una delle asset class che gli piacevano di più.La risposta è stata :” non li consideriamo più appetibili”.
RASSEGNA TITOLI
INTESA
dalla indiscrezioni del Financial Times sui progetti di riorganizzazione societaria sulla quale sono al lavoro i dirigenti.
Il quotidiano scrive che la seconda banca italiana per valore della capitalizzazione sta lavorando alla creazione di una “bad bank” nella quale far confluire una parte importante dei suoi 55 miliardi di euro di crediti deteriorati ed incagliati.
Il progetto messo a punto dalla squadra di manager guidata dall’amministratore delegato Carlo Messina, dovrebbe essere contenuto nel piano industriale che Intesa presenterà il 28 marzo.
In Italia, al contrario di quanto avvenuto in Spagna ed Irlanda, non sono nate in questi ultimi due anni delle “bad bank”.
FIAT
Il business plan di Fiat (F.MI) potrebbe essere presentato il prossimo 2 maggio negli USA. Secondo MF, Fiat starebbe considerando la cessione delle partecipazioni editoriali in RCS (il 20% circa del capitale) e La Stampa (Itedi) prima della quotazione in USA.
La data del business plan il 2 maggio appare probabile, mentre la cessione delle attività editoriali sarebbe positiva, liberando risorse finanziarie attualmente bloccate in attività non core.
MPS
Il Sole 24 Ore di ieri scrive che due cordate sono interessate alla quota che la Fondazione omonima detiene nella banca.
Secondo le indiscrezioni raccolte in ambienti finanziari, l’ipotesi più probabile è che possano scendere in campo due cordate (una italiana e una straniera) per il 33,5% della Fondazione Mps, da cedere in più quote per rimborsare le banche creditrici che hanno in pegno la partecipazione a garanzia di prestiti per oltre 339 milioni di euro. La cordata italiana, secondo i rumors, è quella che potrebbero costituire le Fondazioni. Regista sarebbe la Fondazione Cariplo presieduta da Giuseppe Guzzetti alla quale si potrebbero alleare Cariverona, Compagnia Sanpaolo e Cassa di Risparmio di Lucca più altri enti minori.
Ci sarebbe poi, sempre secondo i rumors, una cordata straniera che potrebbe costituirsi. Potrebbe raggruppare gli investitori, in gran parte fondi, che sono stati sondati negli ultimi due mesi e che in qualche modo hanno mostrato un interesse di massima a prendere in considerazione l’investimento.
Alla fine dello scorso anno il dossier è infatti stato ricevuto dal fondo di Abu Dhabi Aabar e da quello (con capitali russi) Pamplona. Entrambi gli investitori avrebbero mostrato disponibilità a prendere in considerazione l’operazione. Oltre a loro sarebbe stato contattato un investitore sudamericano, negli ambienti finanziari si parla di una famiglia messicana con diverse partecipazioni nel settore bancario. Da inizio 2014 il titolo perde il 4,5%.
UNICREDIT
esposizione del 200% sui mercati emergenti a differenza di INTESA esposta sul domestico sta’ creando non pochi problemi.UniCredit Credit Management Bank, gruppo UniCredit (UCG.MI) (UCG.MI), ha ceduto crediti in sofferenza pro soluto per circa 700 milioni di euro a un fondo gestito da Europea Anacap Financial Partners.
L’operazione è stata perfezionata lo scorso dicembre e gli effetti economico-finanziari saranno sul 2013, spiega una nota che non dà ulteriori dettagli.
Si tratta di circa 1.000 posizioni, coperte “coerentemente alla tipologia di crediti sottostanti”, di natura concorsuale che fanno parte di un portafoglio originato in media oltre 10 anni fa.
UniCredit Credit Management Bank mantiene il ruolo di servicer nella gestione del portafoglio
ABBIAMO TESTATO IL supporto base posto a 5,4 eu.
TELECOM
Secondo il Sole 24 Ore, Aldo Minucci potrebbe annunciare le dimissioni da presidente di Telecom Italia (TIT.MI) in occasione del prossimo cda del 6 febbraio e potrebbe venire sostituito dall’economista francese Jean-Paul Fitoussi, già membro del consiglio di amministrazione. Minucci era stato nominato presidente pochi mesi fa dopo le dimissioni di Franco Bernabè.
In un’ intervista a MF, Marco Fossati (azionista di Telecom Italia con il 5% del capitale) ribadisce che Tim Brasil non va venduta se non in caso di necessità, per ridurre il debito, ipotesi che in questo momento non si pone.
ENI
Equita Sim ha ridotto il rating su Eni da buy a hold, con prezzo obiettivo che scende a 18,7 euro da 20,7 euro. “Dopo la cessione degli asset Sever energia, i ritardi prolungati attesi sul Kashagan, la situazione in Libia non completamente stabilizzata, ci attendiamo un 2014 di transizione per Eni, con produzioni piatte anno su anno e redditivita’ solo in moderata crescita grazie al contributo atteso da Saipem e le efficienze nel Refining & Marketing e Chemicals, a compensazione dell`andamento ancora negativo dell`Exploration & Production e della Gas & Power”, spiegano gli analisti. Equita si attende inoltre un quarto trimestre 2013 “non particolarmente brillante a causa della minore produzione relativa al blocco del terminale di Wafa in Libia e al peggior andamento dei margini Refining, solo parzialmente compensati dal beneficio della rinegoziazione dei contratti con Gas Terra”. Di conseguenza, le stime 2014-2015 vengono abbassate di circa il 15% a livello di utile rettificato, “deconsolidando gli asset Severenergia e riducendo la profittabilita’ dell`E&P per le difficolta’ in Libia e i ritardi di Kashagan. Abbassiamo la valutazione di gruppo del -10% a 18,7 euro per azione, riducendo la raccomandazione a hold. Riteniamo che Eni possa essere per il 2014 un titolo ‘difensivo’ in ragione dell`elevato rendimento, 6,5%, visibile alla luce dell`interim gia’ annunciato e del buyback a sostegno”, conclude Equita. Il peso di Eni nel portafoglio principale della sim scende di 300 punti base.
FINMECCANICA
Secondo quanto riportato dai quotidiani, il ministero della Difesa italiano starebbe valutando il taglio di 1 miliardo di euro sulle spese militari 2014. Il governo italiano sarebbe inoltre in trattativa per ridurre da 90 a 45 aeroplani l’ordine per gli F35 Lockheed. L’obiettivo sarebbe quello di utilizzare velivoli Eurofighters
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