Articolo di Lina Cagossi corrispondente a wall street
Le flessioni di oggi – poi non cosi’ pesanti – potrebbero essere solo un caso isolato. Peter Cardillo, Chief Market Economist per Rockwell Global Capital, resta fiducioso e nota che i dati di oggi seppur negativi almeno rendono piu’ probabile una conferma dell’attuale politica monetaria della Fed – che Peter definisce l’ingrediente principale di questa fase di guadagni.
I dati economici sono stati davvero sorprendenti, c’e’ chi oggi li ha definiti un pugno allo stomaco. Non solo la creazione di nuove occupazioni e’ risultata ampiamente inferiore alle attese ma la partecipazione alla forza lavoro e’ risultata la piu’ bassa dal 1979. Un fattore che ha facilitato la discesa del tasso di disoccupazione al 7,6%. Peter si aspettava una creazione di posti di lavoro piu’ bassa rispetto a quella del consenso, tra 150 mila e 185 mila, e un numero inferiore alle 100 mila unita’ lo porta a prevedere una possibile contrazione di occupazione nei prossimi mesi. E’ l’effetto del Sequestration che si fa sempre piu’ evidente nei dati economici statunitensi. Gia’ si era notato nell’indice ISM sul settore dei servizi che si e’ dimostrato anche un buon anticipatore dei dati di oggi sull’occupazione. Le aziende non assumono nuovo personale, sono preoccupate per l’impatto dell’inattivita’ di Washington sulla congiuntura.
Ma Peter ha ragioni per essere ottimista almeno sull’azionario. Che resta, grazie alla Federal Reserve, il posto migliore per gli investimenti. E l’economia, seppur stia mostrando segnali di rallentamento, non tornera’ in recessione, dice Peter. E anche una crescita ad un ritmo piu’ lento bastera’ alle aziende per rimanere in utile.
La prossima settimana inizieremo a vedere come sono andate le aziende nel primo trimestre e anche secondo Peter noteremo un rallentamento degli utili. Le previsioni degli economisti sono in media per un calo dell’utile per le aziende che compongono lo S&P 500 dell’1,9%, si tratterebbe del primo calo anno su anno dell’utile dal 2009. Le aziende che subiranno il rallentamento piu’ repentino saranno quelle del comparto energetico (previsto -6,6% in media) a seguito del calo del prezzo del petrolio nei primi tre mesi dell’anno a$94 dollari contro i $103,3 dollari del primo trimestre del 2012. Il secondo peggior settore, secondo le stime elaborate da Bloomberg News, risultera’ quello della tecnologia.
Entreremo nel vivo della stagione delle trimestrali solo la settimana del 15 aprile, la prossima pero’ fornira’ tante indicazioni economiche importanti. Peter guardera’ soprattutto alle minute dell’ultime riunione del FOMC e ai dati sulle vendite al dettaglio.