I giovani e l'economia mondiale

Novembre 20, 2014

finance-108655_640I giovani e l'economia mondiale

Ospitiamo un post di MONICA FABRIZI

Nostra nuova collaboratrice
Capitali esorbitanti si muovono ogni giorno da una parte all'altra del globo, senza bisogno di trasferire fisicamente del denaro ma utilizzando le moderne tecnologie. Click, click e a suon di byte si stringono intese, si pagano prelazioni e si acquistano aziende. Il mercato è una materia per duri, apparentemente molto complessa ma a suo modo comprensibile.Il mondo è governato dalla politica ma dominato dall'economia. Per quanto questa frase possa sembrare un esercizio di retorica, la realtà che ci circonda dimostra, giorno dopo giorno, quanto l'economia giochi un ruolo fondamentale nella nostra quotidianità.

Non a caso il numero di studenti che si iscrivono alle facoltà di economia continua a crescere a dismisura. Sia in quelle tradizionali che presso le università online, vero baluardo in difesa di chi non ha il tempo materiale per frequentare delle lezioni in un luogo preciso ad un'ora stabilita.

 

Il mondo accademico è in perpetua evoluzione, e la nuova realtà costituita dagli atenei online suona come musica alle orecchie dei più pessimisti, che davano l'università per spacciata, incapace di evolversi ed adattarsi ai tempi che corrono.

E così anche un giovane lavoratore può continuare a coltivare il suo sogno di poter far carriera, magari nel mondo del business. Specializzarsi nel settore dell'economia potrebbe rivelarsi l'arma migliore per contrastare una crisi occupazionale senza precedenti nella storia del nostro paese.

Ogni giorno gli stati "giocano" vagonate di milioni in borsa, attuando transazioni che dalla mattina alla sera possono spostare capitali importanti. Un esempio? Prendiamo la borsa di Tokyo, che in un finale di giornata disastroso ha chiuso con un sonoro "meno 2,96%". Una cifra che, tradotta in termini semplici, potrebbe costituire il PIL di uno stato minore.

Che sia una conseguenza più o meno diretta del calo del PIL Giapponese negli ultimi mesi non è dimostrabile. L'unica cosa certa e che dalle parti del sol levante qualcuno deve far fronte ad un'uscita ingente, che deve essere re-integrata quanto prima. Una "recessione tecnica" sostengono gli specialisti, una conseguenza della contrazione avvenuta nei mesi precedenti.

Ecco perché la figura dell'economista, assieme a tanti altri ruoli che possono essere ricoperti grazie ad una laurea in materie economiche, è tra le più gettonate negli ultimi tempi. Il parere di un esperto in questo campo può voler significare milioni, in entrata e in uscita. Un'analisi che però non passa solamente dalla comparazione di dati statistici, ma è relativa anche – e soprattutto – alla volontà popolare. Se le persone non spendono o non sono incentivate a farlo, il PIL cala e in alcuni casi potrebbe comparire la minaccia di una fase di "recessione". Proprio come sta accadendo in Giappone.

 

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