In tal senso nel testo adottato a Strasburgo si propone che questi nuovi poteri siano rivisti ogni 3 anni e che il Parlamento e il Consiglio abbiano la possibilita' di revocarli. Quanto ai poteri della Commissione Ue sui paesi che rischiano il fallimento, cosi' come emendato dal Parlamento, l'Esecutivo europeo puo' ricorrere piu' frequentemente all'uso della maggioranza qualificata ''inversa'' per le votazioni in Consiglio. Ancora, il Parlamento Ue propone di ''escludere tagli su istruzione e sanita' per i paesi ai quali sono richieste forti diminuzioni della spesa, in particolare per quelli in gravi difficolta' finanziarie''.
La Commissione dovrebbe inoltre monitorare possibili effetti a catena per evitare che le difficolta' di un paese abbiano ripercussioni su altri. Il Parlamento propone anche che gli Stati membri siano obbligati a dettagliare i propri investimenti con un potenziale occupazionale e di crescita e che le scadenze per la riduzione del debito siano applicate in maniera piu' flessibile, tenendo conto cioe' di circostanze eccezionali o di una grave recessione economica. Inoltre i deputati europei propongono una nuova regola che darebbe alla Commissione il potere di sottoporre a tutela giuridica un paese sull'orlo del default per assicurare maggiore chiarezza giuridica, stabilita' e prevedibilita' al percorso da intraprendere per risolvere le criticita'.Una volta sotto protezione, il paese non potrebbe essere dichiarato in fallimento, i creditori dovrebbero palesarsi entro due mesi e gli interessi sui prestiti sarebbero congelati. Si' del Parlamento europeo allo strumento di crescita di circa 100 miliardi di euro per investimenti infrastrutturali. Anche se il Ppe aveva annunciato voto contrario, alla fine i parlamentari europei si sono detti d'accordo alla proposta per uno strumento di crescita capace di mobilitare l'1% del Pil l'anno, su 10 anni, pari a circa 100 miliardi, per investimenti in infrastrutture.