Apple è il titolo più importante per capitalizzazione e volumi trattati della borsa USA e – di conseguenza – di tutti i mercati azionari.
Due anni esatti fa (http://www.francescocaruso.ch/apple-la-follia-dei-mercati-ha-mai-fine/) avevo indicato che Apple era in una fase tipica di bolla speculativa ma anche che ” storicamente queste situazioni perdurano ancora qualche mese prima del climax conclusivo, dopo che che qualcuno, tra lo scetticismo generale, comincia a segnalarle”. Fioccavano i target a 1000, come se fosse scontato che il titolo dovesse arrivare là.
Apple fece registrare pochi mesi dopo (Settembre 2012) il top a 700 USD e scese fino a 400.
Nonostante i nuovi record della borsa USA e nonostante la cuginetta Google in accelerazione esponenziale (anche qui: bolla in chiara fase di formazione, con forse qualche residuo spazio al rialzo),
Apple ancora oggi è molto lontana (535) dal massimo assoluto. Debolezza strutturale o opportunità? A mio avviso il dibattito è meno scontato di quanto appare dai rating – per la massima parte positivi – degli analisti.
Il titolo comunque è debole e quindi da trascurare rispetto ad altri peers molto più forti (e ad altri mercati molto più in tiro, come l’Italia). Suggerisco di guardare con attenzione alla direzione di uscita dalla attuale fase laterale 575-500: soprattutto nel caso – remoto ma non certo impossibile – di rottura al ribasso dell’area 500-475, l’obiettivo minimo per il titolo sarebbe un ritorno a 400 ma probabilmente anche al di sotto, con ovvie conseguenze e ripercussioni su tutto il mercato e soprattutto sul segmento della consumer technology.