Scritto da Michele Amoruso
Ftse Mib, molto positivo nella giornata di ieri , il quale ha registrato un +0,82%. Raggiunta la soglia di prezzo di 19996, l'attenzione è ora rivolta all'area dei 20.000 punti, superata la quale il Ftse Mib potrebbe puntare alla chiusura di un gap lasciato aperto ad ottobre.
L'indice Ftse Mib potrebbe raggiungere i massimi dell'anno, avendo superato il precedente top del 31 gennaio a quota 19.904 punti.
Ora il focus è sull'area dei 20.000 che deve essere monitorata con la massima attenzione. Da vedere ora se l'indice avrà la forza di salire anche oltre la soglia dei 20.000 punti, superata la quale si guarderà al gap-down lasciato aperto tra il 5 e l'8 ottobre scorsi oltre la soglia dei 20.300 punti, suddetto gap a ridosso di area 20.300 che rappresenta una forte zona di resistenza.
C'è da evidenziare che la salita del nostro indice al momento non è corroborata da volumi di scambio importanti, quindi potrebbe anche scendere per inerzia a ribasso.
Per un superamento di area 20.000 ci attendiamo volumi interessanti che dovranno andare oltre la media, volumi che potrebbero indicarci una fondamentale rottura rialzista.
Target: 1)Raggiungimento in giornata dell'area 20000 2)Raggiungimento area 20600 punti base .
Trimestrale UniCredit
La trimestrale e i conti di UniCredit sono in dirittura d’arrivo prima dell'apertura di Piazza Affari.
Già diverse settimane fa l’istituto di credito ha reso note le previsioni dei 20 analisti che attualmente hanno una copertura sul titolo.
Secondo le stime del consensus la banca archivierà il 4° trimestre del 2018 con un utile netto di 693 milioni di euro, da confrontare con gli 801 milioni del pari periodo 2017. Il dato rettificato a 719 milioni si confronterà invece con i 708 dell’anno precedente.
Il margine di intermediazione metterà a segno un’impercettibile variazione positiva dai 4,80 miliardi della quarta trimestrale 2017 a quota 4,86 miliardi di euro. Il risultato di gestione si attesterà invece a 1,13 miliardi.
Nella quarta trimestrale di UniCredit le rettifiche su crediti passeranno a 991 milioni dai 772 milioni dell’ultimo quarto del 2017. Gli «altri accantonamenti» saliranno a da 193 a 231 milioni.
Il risultato operativo netto medio del quarto trimestre a 1,132 miliardi (1,151 miliardi la mediana) si confronterà con gli 1,277 miliardi dello stesso periodo 2017. I costi operativi scenderanno a 2,732 miliardi (2,738 miliardi la mediana), dai 2,794 del pari periodo 2017.
I ricavi della trimestrale di UniCredit, infine, saliranno in media da 4,842 a 4,863 miliardi (4,865 miliardi la mediana).
Secondo le previsioni del mercato il bilancio 2018 di UniCredit si chiuderà con un utile netto medio di 2,855 miliardi (mediana di 2,873 miliardi) da confrontare con i 5,473 miliardi del pari periodo 2017 (dato rettificato a 3,708 miliardi).
Il dividendo per azione scenderà da 0,32 a 0,28 euro, con un utile per azione di 1,28 euro. Il tutto a fronte di un obiettivo di pay-out del 20% per il 2018 invariato rispetto all’anno precedente
PIL Crescita vicino allo zero!?
La Commissione europea si prepara a rivedere al ribasso le stime di crescitadell’Italia.
Sono attese, infatti, oggi le previsioni 2019 sul PIL e quelle sull’inflazione dell’intera Eurozona. Non saranno diffuse, invece, informazioni su debito e deficit.
Nessuna buona notizia per il Belpaese che, secondo le indiscrezioni circolate nelle ultime ore, assisterà a un taglio netto delle previsioni di crescita per l’anno in corso.
Commissione Europea che resta sulle sue non precisando alcuna cifra attendibile, mentre l’Ansa ,parla di una stima di crescita decisamente più contenuta rispetto a quanto preventivato lo scorso novembre. Si vocifera di una revisione del prodotto interno lordo allo +0,2%.
Una cosa è certa, sulle stime del PIL 2019, la Commissione europea punta al ribasso. La previsione per la crescita dell’Italia che si appresta a pubblicare sarà inferiore allo 0,6%, ipotizzato dal Fondo Monetario Internazionale e dalla Banca d’Italia.
Lo scorso mese di novembre, nell’ultima previsione di autunno, Bruxelles era stata più ottimista, stimando una crescita del PIL italiano all’1,2%. Una previsione comunque meno fiduciosa di quella fatta dal Governo giallo-verde che aveva invece ipotizzato un più positivo 1,5%.