Il mercato riflette sulla nuova lettera che Knight Vinke ha inviato al vertice dell'Eni . Piazza Affari potrebbe dunque già iniziare a scontare il fatto che dopo la battaglia vinta su Snam, il fondo Usa Knight Vinke, azionista di Eni con una quota vicina all'1%, possa tornare con successo a fare pressione per ottenere lo scorporo di Saipem
Nella missiva inviata all'amministratore delegato del gruppo petrolifero, Paolo Scaroni, Kvam assicura che non vi è «alcuna ostilità» ma solo la convinzione che la "separazione" potrebbe portare beneficio alle quotazioni dell'Eni che in queste ultime settimane ha pagato lo scotto dello scandalo tangenti Saipem in Algeria "bruciando 7 miliardi di capitalizzazione e vanificando così i progressi che erano stati fatti con la separazione da Snam". Per il fondo Usa, l'opzione migliore non è quella di una vendita dell'asset, considerato di pregio, ma piuttostro l'attribuzione diretta, tramite scissione, ai soci Eni, compreso lo Stato, delle azioni Saipem.La soluzione, insomma, è uscire dall'ambiguità e staccarsi del tutto da Saipem: sulla carta le formule tecniche sono tre, ma di fatto nella situazione attuale, secondo Knight Vinke, solo una è praticabile. La prima è cedere Saipem, ma non è il momento perchè il valore della società è crollato di un terzo. La seconda è collocare sul mercato il 43% di Saipem che è dell'Eni, ma vale il discorso di prima. La terza, che è quella sponsorizzata, è la scissione della società di impiantistica con la distribuzione delle azioni ai soci dell'Eni – compreso lo Stato, «che, a differenza del caso Snam, non sborserebbe nulla» – di modo che gli investitori siano liberi di scegliere quali titoli e quali rischi mantenere in portafoglio.
Fonte sole24 ore