. Che guarda un po’, oggi con uno spread ancora in alto (non come a novembre dove era alle stelle ), offre rendite davvero convenienti e allettanti. Certo, qualcuno potrebbe dire: ma è da vedere se quelle rendite poi verranno pagate dallo Stato. Rispondiamo: e per cosa o quale motivo ci hanno aumentato la pressione fiscale e ci stanno seppellendo di tasse? Per divertimento? Certo che no: semplicemente per poter pagare le rendite dei titoli del debito pubblico. Dunque per poter pagare altro denaro alle banche.Prendiamo i mercati: sono state le grandi banche americane ma anche europee a provocare la crisi del 2008 adottando politiche di investimento (subprime) altamente speculative, rischiosissime, incompatibili con i criteri della buona gestione a cui una grande banca dovrebbe sempre attenersi. Risultato: il tracollo del 2008. Cos’è successo nel frattempo? Che le stesse grandi banche hanno impedito, con il loro potere di lobby, vere riforme e una chiara separazione di ruoli tra banche d’affari e banche commerciali. Hanno beneficiato un paio d’anni abbondanti di ripresa e ora siamo daccapo.Si scopre che le grandi banche non sono così solide e che l’andazzo non è cambiato. E il cittadino in tutto questo baillamme dove si grida dapprima ai fallimenti e poi si spaventano milioni di persone dicendogli che hanno vissuto al di sopra dei propri mezzi ne esce disorientato,confuso,quando non annichilito.E consuma meno e male.La spirale che si innesca è perversa. Lo Stato a moneta sovrana li onora pigiando i soliti tasti che inventano denaro dal nulla, creando un po’ più di debito che tuttavia crea ricchezza nei cittadini, la quale ricchezza aumenta il Pil, che aumenta le entrate, che riducono il deficit ecc. ecc. in un circolo virtuoso. Quando poi i titoli di Stato finiscono alle Banche Centrali, esse certamente ne trarranno un certo profitto, ma sono tenute per legge a restituirne un’alta percentuale al Tesoro ogni anno. Un breve accenno a cosa accade quando, al contrario, uno Stato si mette in testa malauguratamente di ridurre il debito o addirittura di eliminarlo.In America si riuscì a fermare l’espansione del debito pubblico nell'era Clinton, ma il risparmio dei cittadini crollò – secondo la sopraccitata equazione per cui più c’è debito di Stato e più c’è risparmio dei cittadini, dando origine a una crisi di indebitamento privato senza precedenti e che porterà in seguito al collasso dei mutui e delle carte di credito americani pochi anni dopo. Noi della Zona Euro siamo nei guai fino al collo perché non possiamo più inventarci la moneta come usavamo fare prima con la lira, il marco, i franchi ecc.Non abbiamo più moneta sovrana. Oggi per ogni centesimo che spendiamo dobbiamo far prestiti coi mercati dei capitali, cioè con istituti pensione, assicurazioni, banche, fondi sovrani stranieri, governi stranieri, persino individui, i quali però avendo in mano il debito degli stati stessi,decideranno i tassi d’interesse a loro vantaggio strangolandoci. Questo distrugge la spesa dello Stato come ricchezza dei cittadini.C'è anche da dire che oggi il debito nazionale dei 16 Paesi dell’euro è veramente un debito, perché lo devono ai privati e non a se stessi come nel caso del debito a moneta sovrana. Quindi va ripagato veramente coi soldi dei cittadini, con le tasse, coi tagli allo Stato sociale ecc., cioè con mezzi inaffidabili. I mercati finanziari lo sanno e hanno perduto ogni fiducia nel fatto che i 16 possano sempre saldare i debiti nei tempi stabiliti. Così ci impongono il cosiddetto risanamento dei conti. Risanamento dei conti = la corsa degli Stati a tagliare tutto ciò che è assistenza pubblica, settore pubblico e previdenza sociale, con conseguenze catastrofiche per tutti noi, ma… anche e soprattutto col vantaggio per i medesimi capitalisti privati di poter poi comprare a prezzi stracciati ogni sorta di nostro bene pubblico. L’attuale crisi dell’euro è tutta qui. Soldi il cittadino non ne vede,e quel poco di crescita o ricchezza che crea con il proprio lavoro viene in buona parte dispersa.Le banche e gli stati divorano tutto,la speranza è che questo pozzo senza fondo trovi presto fine.