Perché la spending review è sbagliata

Maggio 5, 2012

Scopriamo che esiste un formaggio simile a quello che preferiamo, ma è prodotto in Germania, e costa un poco meno di quello italiano, diciamo 4 euro. Comprando il formaggio avremo ancora pagato una parte dello stipendio dei dipendenti del supermercato, ma parte della nostra spesa finirà al produttore tedesco e all’allevatore (probabilmente anch’esso tedesco), aggravando la nostra bilancia commerciale nei confronti della Germania, cioè il vero problema del nostro paese come degli altri PIIGS.Se l’esempio vi sembra troppo di fantasia, bene, sappiate che il primo esportatore al mondo di formaggi nel 2008 è stata proprio la Germania. D’accordo, lo Stato in genere non compra formaggio, ma basta sostituire questa merce con le automobili o gli autobus e si capisce subito di cosa stiamo parlando.Al danno, insomma, s’aggiunge la beffa.L’obiettivo di risparmiare quindi non è così virtuoso come sembra a prima vista. Al contrario, può produrre effetti estremamente dannosi per l’economia.Ovviamente se la spending review fosse indirizzata non al risparmio ma alla crescita, le cose sarebbero differenti. Si potrebbero infatti trovare risorse per investimenti e si potrebbero sostituire le importazioni con prodotti nazionali. Ma non è questo l’obiettivo che leggiamo sul sito del Governo.

Come diceva il buon vecchio Keynes, quando si risparmiano 5 scellini si toglie una giornata di lavoro ad un uomo.  Fonte  http://keynesblog.com/

 

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