Più di metà delle case italiane consuma troppo

Settembre 8, 2022

Il caro bollette sta colpendo duramente le famiglie e le imprese italiane. Il risparmio può arrivare puntando sull’ammodernamento e sull’efficientamento energetico del nostro patrimonio edilizio (altamente energivoro), con la creazione di edifici e abitazioni in grado di utilizzare e “consumare” l’energia in maniera intelligente.

Ma quanto consumano le case italiane? Secondo gli ultimi dati di Siape, il Sistema Informativo sugli Attestati di Prestazione Energetica sviluppato da ENEA, appartengono alle classi energetiche G e F, quelle con i consumi più elevati, oltre la metà (il 56,9%) degli edifici e delle unità immobiliari per cui è stato emesso un attestato dal 2015 a oggi.

La situazione non migliora guardando alle altre classi in cima alla classifica. Il 16,5% ricade, infatti, nella classe E, e l’11,3% nella D. Pochissime le unità appartenenti alla classe A: sommando A1, A2, A3 e A4, si arriva solo al 7,1% del totale. In generale, è meno efficiente il comparto residenziale, mentre il non residenziale fa leggermente meglio (ricadono nella classe A l’11,4% del totale). Uno scenario che accende i riflettori sulla necessità di investire sul settore delle costruzioni per limitare l’impatto dell’inflazione sul fronte energetico.

A livello regionale, il maggior numero di APE di classe G e F si riscontrano nel Lazio (66,5%), nella Liguria (64,8%) e nel Molise (63,6%). Mentre considerando sempre la somma delle classi A, le regioni più virtuose risultano essere Valle d’Aosta (12,5%), le province di Trento (11%) e Bolzano (9,7%) e Abruzzo (8,8%).

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