ROSSI:direttore generale BANCA D’ITALIA si esprime su movimenti BCE
Il forte rallentamento nell'andamento dei prezzi della zona euro, che è a un passo dal trasformarsi in deflazione, sta mettendo in gioco la capacità della Banca centrale europea di mantenere l'inflazione appena sotto la soglia del 2%.È quanto sostiene il direttore generale della Banca d'Italia Salvatore Rossi in un discorso preparato per un convegno sulla politica monetaria e l'indipendenza delle banche centrali all'Università di Verona.In ottobre i prezzi al consumo dell'area euro erano in media più alti solo dello 0,4% rispetto al livello di un anno prima. Solo 2 paesi su 18 hanno un tasso superiore all'1%."L'area dell'euro è sull'orlo della deflazione", dice Rossi sottolineando che il rallentamento dei prezzi fa salire i tassi di interesse reali, scoraggia gli investimenti, deprime la domanda di credito e rende più oneroso il servizio dei debiti in essere.Rossi osserva che questi andamenti dei prezzi erano in parte inattesi e sono in larga misura determinati dalla debolezza della domanda."Essi rischiano di disancorare le aspettative di inflazione a lungo termine. La credibilità della banca centrale nel coglierel'obiettivo della stabilità dei prezzi è chiamata in causa".Lunedì il presidente della Bce Mario Draghi ha detto che occorre rimanere in guardia contro possibili rischi al ribasso dell'outlook sull'inflazione e che le misure non convenzionali a disposizione della Bce possono comprendere anche l'acquisto di titoli di Stato.Fonti Bce hanno riferito a Reuters che almeno sette e forse 10 dei 24 membri del consiglio Bce sono contrari a creare moneta per acquistare titoli diStato.Per Rossi il fatto che l'euro sia una moneta senza Stato "complica molto la vita" di Draghi e degli altri membri del board di Francoforte, soprattutto quando si tratta di "prendere misure non convenzionali che possono avere sostanziali ricadute fiscali e redistributive".In assenza di un'autorità fiscale unica, aggiunge il vice di Ignazio Visco, sorge il timore in alcuni di una "redistribuzione occulta" tra paesi, non deliberata dagli organi politici rappresentativi e fatta passare tramite il bilancio dell'Eurosistema.