Roubini, riprende i suoi vecchi discorsi, a prescindere dal facile e falso ottimismo che aleggia fra la maggior parte degli operatori e addetti ai lavori, lui crede che una crisi sia inevitabile. A Fermare ogni processo di sviluppo , secondo lui, sarà proprio Washington.
Infatti sarà da lì che svilupperà un processo irreversibile e catastrofico,creato dal tetto di un debito enorme ed ancora non innalzato e dai tagli alla spesa alla pubblica rinviati di due/ tre mesi . In sostanza in America si temporeggia, non si affronta il problema , nella speranza che le cose con il tempo si risolvano da sole,insomma una tattica suicida.
Roubini ha dichiarato:
"Nel corso del 2013 arriverà un’altra serie di dispute tra repubblicani e democratici per la spesa sullo stato sociale, quella pubblica e il tetto del debito. E non sarà la prima volta che ciò avverrà. E gli accordi dovranno essere presi anche considerando che il gettito mancante dal taglio delle tasse sugli stipendi sarà compensato solo in parte dall’aumento delle tasse sui ceti più ricchi e sulle presunte (e non ancora specificate) dimezzate spese pubbliche. Tutto ciò influirà inevitabilmente sul Pil a fine anno e lo stallo derivante potrebbe essere peggiorato dalla situazione incerta in Europa" .
Le cifre del debito sono note a tutti, 16 trilioni di dollari , superato il limite massimo il quale dovrà essere nuovamente riconcordato a febbraio, anche per evitare che le minacce di downgrade da parte di Moody’s si trasformino in realtà.
Ma la questione è resa ancora più complicata dalla notizia che nell’ultima riunione della Fomc, Federal Open Market Committe, l'organo operativo della Federal Reserve, avevano avanzato l’ipotesi di uno stop alla politica di acquisto (inizialmente addirittura ampliata) proprio sulla base dell’altrettanto enorme debito dell’istituto centrale statunitense.Questo renderebbe ancora più difficile se non impossibile la possibilità di ridurre lo spaventoso Deficit.
Un pericolo che potrebbe danneggiare la stessa stabilità finanziaria di tutto il sistema .L'operazione fatta da Bernanke di stimolare l'economia con il Quantitative Easing, arrivata ormai alla cifra di 85 miliardi al mese,sarebbe del tutto vanificata.
Una Brutta tegola per gli operatori e per tutti coloro che, fidando proprio sulla presenza della Fed avevano già pianificato diverse strategie.Queste considerazioni portano ad un'inevitabile cautela sulle Borse, soprattutto visti i livelli molto alti sulle quali stanno viaggiando.