Rumors del 25 luglio
SOLE 24ORE
Il Cda de Il Sole 24 Ore ha nominato Giuseppe Cerbone come amministratore delegato del gruppo a partire dal prossimo 1° agosto. Dopo le dimissioni rassegnate da Franco Moscetti lo scorso 12 giugno, e l’ancora piu' recente il cambio al vertice con la nomina di Edoardo Garrone presidente, in sostituzione di Giorgio Fossa che aveva rassegnato le proprie dimissioni lo scorso 2 luglio, la casa editrice milanese inizia a ridefinire il proprio profilo manageriale.
Tra le recenti esperienze, Cerbone vanta nel suo curriculum la carica di presidente FIEG per le Agenzie nazionali di informazione e vice presidente di PuntoIT, associazione non-profit per la diffusione di Internet in Italia ed in Europa attraverso le aziende e le istituzioni.
FCA
-l nuovo ceo di Fca Mike Manley, che ieri per il secondo giorno consecutivo ha guidato i lavori del Group Executive council (il massimo organismo operativo della casa italo-statunitense) e' atteso oggi alla prova della seconda trimestrale del Lingotto. Il primo rendiconto dopo l'uscita di scena di Sergio Marchionne, sempre ricoverato in gravissime condizioni all'Ospedale Universitario di Zurigo. Le attese degli analisti per quanto riguarda i conti, scrive MF, sono per un trimestre tendenzialmente positivo dato che il consensus si aspetta i ricavi a 28,7 miliardi, in progresso circa del 3% rispetto al periodo corrispondente del 2017. L'ebit adjusted dovrebbe raggiungere i 2,02 miliardi, balzando del 8,2% con una redditivita' infatti si dovrebbe attestare poco sopra il 7%, contro il 6,6% del pari periodo del 2017. L'utile netto adjusted dovrebbe essere pari a 1,26 miliardi, in progresso del 21,8%. Inoltre sono attesi l'annuncio dell'azzeramento del debito industriale, come anticipato da Sergio Marchionne il primo giugno a Balocco, e la conferma dei target dell'anno: ricavi netti a circa 125 miliardi, ebitda adjsuted superiore a 8,7 miliardi, utile netto adjusted a 5 miliardi e liquidita' netta industriale a 4 miliardi. Non e' all'ordine del giorno il processo di scorporo della controllata Magneti Marelli anche se procede l'iter che si concludera' entro il 2018. Domani inoltre anche Ford e General Motors alzeranno il sipario sul proprio trimestre e oltre al derby tra le tre case di Detroit sara' interessante capire anche l'effetto dazi imposti dall'amministrazione Trump. Un primo assaggio dell'impatto dei balzelli lo ha offerto Harley-Davidson, gia' colpita dalla guerra avviata da Donald Trump visto che il marchio icona americano ha infatti rivisto al ribasso i propri target sul margine operativo, stimandolo quest'anno al 9-10%, in calo rispetto al 9,5-10,5% inizialmente previsto.
BCE
-Intervenendo sulla riforma del credito cooperativo il governo pentaleghista dimostra di voler fare sul serio quando si parla di banche. I ritocchi annunciati fin dal discorso di insediamento del presidente del Consiglio sono arrivati con il decreto Milleproroghe, che estende di tre mesi i tempi per l'adesione dei singoli istituti a una capogruppo nell'ambio del processo di aggregazione deciso con l'auto riforma dal mondo del credito mutualistico. Accogliendo i dubbi di parte della galassia delle Bcc, e in particolare in una minoranza concentrata perlo piu' nella provincia di Bolzano e in Toscana, delle cui istanze si e' fatta portatrice la Lega, il governo giallo-verde si e' mosso con interventi definiti "chirurgici". Il testo, scrive MF, prevede un allungamento da 90 a 180 giorni del periodo concesso per la sigla del cosiddetto patto di coesione, con il quale le circa 300 banche cooperative aderiranno a una delle tre holding, ossia Iccrea, Cassa Centrale oppure al gruppo Raiffeisen. Tale periodo scattera' da quando ci sara' l'autorizzazione ai gruppi da parte dell'autorita' di vigilanza. Per il governo e' questo il tempo necessario affinche' le banche valutino i ritocchi studiati dal governo. La proroga, ha spiegato il ministro dell'Economia, Giovanni Tria, "e' strettamente collegata alle norme che modificano la riforma ed e' concessa per consentire alle banche che devono decidere se aderire o meno a questi gruppi bancari, di prendere in considerazione questa ulteriore riforma". Per il titolare del Tesoro, che in audizione parlamentare aveva smentito l'ipotesi di una moratoria generale, gli interventi sono serviti a correggere i punti critici della riforma, rafforzando "l'autonomia di giudizio e la posizione delle singole banche" e garantendone gli intenti mutualistici e non soltanto rafforzando la capacita' di raccogliere. capitali, i due pilastri dell'autoriforma. Per farlo si e' deciso di innalzare dal 51% al 60% la quota minima di capitale che deve essere detenuta dalle banche del gruppo. Eventuali modifiche alla soglia ricadranno in capo alla presidenza del Consiglio.
LVENTURE
LVenture Group , primario operatore di Venture Capital con investimenti rivolti soprattutto in startup digitali ad elevato potenziale di crescita, potrebbe muoversi in Borsa.
La società ha sottoscritto un accordo di collaborazione con Hatcher+, fondo di venture capital specializzato nell'utilizzo dei big data, che collabora con soggetti affermati a livello internazionale. In base agli accordi, Hatcher+ con-investirà nelle startup che parteciperanno al prossimo programma di accelerazione promosso da Luiss EnLabs, operatore del gruppo LVenture.
In tal modo, le startup promosse potranno usufruire di 145 mila euro di risorse aggiuntive per incrementare e rendere più rapida la loro espansione.
La partnership rafforza sensibilmente il profilo internazionale della società, aprendo nuovi scenari per l'intero portafoglio di LVenture.
LEONARDO
-Leonardo e' fuori dallo schema di alleanza nelle navi militari tra Italia e Francia messo a punto da Fincantieri e Naval Group e presentato ai due Governi nei giorni scorsi. Lo scrive il Sole 24 Ore, spiegando che su questa proposta dovranno pronunciarsi i due Governi, azionisti di maggioranza delle rispettive societa'. Non c'e' ancora un accordo definitivo ma al momento, prosegue il quotidiano, si puo' dire che la delicata partita in cui da settembre l'a.d. di Leonardo, Alessandro Profumo, ha cercato di inserirsi per tutelare gli interessi del gruppo aerospaziale nelle capacita' sistemiche e nei sistemi di combattimento per le future navi militari prodotte da Fincantieri e Naval Group, non ha prodotto risultati tangibili. Profumo ha chiesto il riconoscimento del ruolo di Leonardo attraverso Orizzonte Sistemi Navali, ma nella proposta consegnata ai Governi dagli a.d. Dei due gruppi, Giuseppe Bono e Herve' Guilloum non si parla di Orizzonte ne' di Leonardo. Secondo una fonte autorevole sarebbe stato Bono a non accettare una formula che valorizzasse un coinvolgimento di Leonardo. Dal gruppo di Profumo, spiega il quotidiano, trapela che le discussioni vanno avanti con la volonta' di valorizzare le competenze del gruppo.
INTESA
L'alleanza tra Intrum e Intesa Sanpaolo sta per diventare pienamente operativa. Entro settembre sara' definito il vertice della societa' congiunta di cui il gruppo svedese avra' il 51% e la banca italiana il 49%, mentre l'integrazione sara' chiusa nel corso del quarto trimestre. Nel frattempo dovrebbe partire il processo di sindacazione del debito senior, come emerso ieri nell'ambito della presentazione dei risultati semestrali di Intrum. Il presidente e amministratore delegato Mikael Ericson sta seguendo passo per passo il processo e si ritiene soddisfatto, malgrado l'incertezza politica che ancora penalizza il mercato italiano: "Siamo molto soddisfatti dell'operazione con Intesa sia in termini di operazione che di prezzo, che e' stato il risultato di un processo di negoziazione", spiega Ericson a MF-Milano Finanza a margine della presentazione dei risultati. Domanda. Mr. Ericson, come e' andato il secondo trimestre dell'anno per Intrum? Risposta. Siamo soddisfatti e mi permetta di evidenziare alcuni elementi significativi di questo bilancio: gli utili operativi sono cresciuti del 20% rispetto allo scorso anno, mentre il book value del nostro portafoglio di investimenti e' salito del 29% con un roi stabile al 15%, lo stesso livello del primo trimestre. Particolarmente lusinghiero e' stato l'andamento della divisione Credit Management Services con una crescita del margine dal 25 al 28%. Infine vorrei ricordare la forte generazione di cassa che ha permesso di portare il rapporto debito netto/ebitda a 3,9 volte. Ci sono stati insomma risultati in miglioramento in tutte le diverse aree di business del gruppo. D. Intrum e' presente in una ventina di Paesi in Europa. A livello internazionale come sta andando il mercato dei crediti deteriorati? R. Senza dubbio le iniziative prese dalla Bce e dalla Commissione Europea hanno agito da incentivo per il sistema bancario che ha iniziato a ridurre con decisione gli stock di crediti deteriorati presenti in bilancio. Questa pressione regolamentare ha innescato un processo di derisking che ha assunto proporzioni sempre piu' rilevanti nei diversi mercati in cui siamo attivi. D. Su quali Paesi siete focalizzati in questo momento? R. Per noi una quota significativa di progetti in programma e' localizzata in Spagna, un mercato in cui in questo momento vediamo opportunita' di investimento significative. Altri Paesi a cui abbiamo guardato nel secondo trimestre sono stati la Grecia e l'Ungheria, ma non dobbiamo dimenticare che Intrum opera in 24 mercati diversi, il che significa che siamo molto flessibili nel cogliere opportunita'. Siamo attivi sia come investitori che come servicer e, grazie a questa dimensione internazionale, possiamo spostare capitali nei mercati che valutiamo piu' attrattivi. D. Tra questi Paesi da qualche anno c'e' anche l'Italia. Come sta procedendo la vostra alleanza con Intesa ? R. Siamo molto soddisfatti su come sta procedendo il deal, sia in termini industriali che finanziari. L'intero processo dovrebbe chiudersi nel corso del quarto trimestre dell'anno, mentre entro settembre dovremmo definire la governance. Vediamo molto interesse per la struttura dell'operazione che abbiamo messo a punto, una struttura che unisce la capacita' gestionale di Intrum alla forte presenza di Intesa nel mercato italiano. D. Qualche analista ritiene che il prezzo che avete pagato sia troppo alto rispetto alle valutazioni espresse sul mercato italiano. Cosa risponde? R. Mi limito a dire che tutti i dettagli dell'operazione, a partire dal prezzo, sono stati definiti nel corso di un positivo dialogo bilaterale. Un dato che ci dice che il prezzo e' corretto e' l'ammontare dei nostri recuperi in Italia, che finora sono stati al di sopra dei target del piano industriale. D. In ogni caso avete scelto di investire in Italia in un periodo di incertezza politica. Non vedete rischi all'orizzonte? R. L'Italia era e rimane un mercato molto importante per Intrum e uno dei piu' rilevanti nel settore dei non performing loan. Ovviamente investire comporta dei rischi, ma ci conforta sapere che oggi ridurre gli npl e' nelle intenzioni di banche e policy maker. Negli ultimi tempi la situazione ci sembra stabilizzata e mi pare di cogliere una volonta' comune nel Paese di ripulire una volta per tutte i bilanci bancari.