RUMORS DEL 5 GIUGNO
UNICREDIT
Capital Research and Management Company ha limitato la quota in Unicredit dal precedente 5,072% all'attuale 4,770%. E' quanto emerge dalle comunicazioni Consob relative alle partecipazioni rilevanti, aggiornate al 30 maggio.
Unicredit sarebbe al lavoro sugli ultimi dettagli di un'importante alleanza nel campo della bancassurance. Secondo quanto risulta a MF-Milano Finanza, nei prossimi giorni la banca guidata da Jean Pierre Mustier potrebbe annunciare un accordo con Generali per tutto l'Est Europa, area presidiata dalla divisione Central and Eastern Europe (Cee) guidata da Carlo Vivaldi. Il Leone (assistito da Barclays e Mediobanca , mentre con Unicredit ci sarebbero Kpmg e Unicredit Cib) dovrebbe essere affiancato da un altro partner e in ambienti finanziari si fa il nome di un'importante compagnia tedesca vicina alla banca italiana, che potrebbe essere Allianz . Il deal sarebbe ormai pronto nelle linee generali ma l'accentuata volatilita' della scorsa settimana avrebbe aperto la possibilita' di un rinvio, tuttavia escluso nelle ultimissime ore. Per Unicredit e Generali l'operazione confermerebbe il ruolo strategico dell'Est Europa nelle rispettive strategie. Basti pensare che proprio nei giorni scorsi il Leone si e' ancora rafforzato in quest'area con l'acquisto di Adriatic Slovenica, terza compagnia slovena, e di Concordia Insurance e Concordia Polska Tuw in Polonia. Quanto a Unicredit , la vendita della quota in Bank Pekao non ha ridotto l'interesse verso queste aree geografiche, tuttora fondamentali per la crescita della banca. In generale nell'ultimo anno gli istituti di credito italiani hanno mostrato una rinnovata attenzione per la bancassurance. Puntare sulle polizze del resto puo' diversificare in modo efficace la base ricavi in un periodo in cui il margine di interesse continua a soffrire. Dai bilanci delle nove principali banche quotate si evince del resto che negli ultimi cinque anni le commissioni di natura assicurativa sono balzate del 65,2%
CLASS EDITORI
Class Editori S.p.A. (che, insieme a Dow Jones & Co. controlla questa agenzia) ha presentato ieri a Consob la Comunicazione ai sensi degli artt. 94 e 113 del TUF per l'autorizzazione alla pubblicazione ed ha provveduto al relativo deposito del prospetto informativo relativo all'ammissione alle negoziazioni sul MTA di massime 56.351.100 azioni ordinarie di categoria A di Class Editori S.p.A. (le "Nuove Azioni") e all'offerta pubblica di sottoscrizione finalizzata allo scambio tra azioni ordinarie di Class Editori e le Azioni di Gambero Rosso S.p.A.. Le Nuove Azioni, informa una nota, diffusa nella serata di ieri, rivengono dagli aumenti di capitale deliberati dal Consiglio di Amministrazione di Class Editori S.p.A. in data 12 aprile 2018, come segue: (i) un aumento di capitale sociale ex articolo 2441, comma 4, primo periodo del codice civile - a valere sulla delega di cui all'art. 6, primo comma, n. 1(a) dello statuto sociale - per nominali Euro 11.407.500 (oltre a Euro 3.638.992,5 di sovrapprezzo), gia' liberato in natura in data 29 maggio 2018 mediante conferimento da parte di PIM S.p.A. di n. 9.750.000 azioni ordinarie, rappresentative del 67,48% del capitale sociale di Gambero Rosso S.p.A.; e (ii) un ulteriore aumento di capitale ex articolo 2441, comma 4, primo periodo, del Codice Civile, a pagamento e in via scindibile, - anch'esso a valere sulla delega di cui all'art. 6, primo comma, n. 1(a) dello statuto sociale - per massimi nominali Euro 5.497.830 (oltre a Euro 1.753.807,77 di sovrapprezzo), da liberarsi mediante conferimento in natura di azioni Gambero Rosso S.p.A. portate in adesione all'Offerta Pubblica di Scambio totalitaria avente ad oggetto la totalita' delle azioni Gambero Rosso S.p.A., promossa dalla Societa', con Comunicazione ex art. 102 TUF e 37 del Regolamento Emittenti in data 29 maggio 2018, in seguito all'esecuzione dell'aumento di capitale di cui al punto.
MONDO TV
Mondo Tv ha inviato una richiesta di emissione di bond convertibili ad Atlas in base al
contratto di investimento approvato dal CdA lo scorso 18 aprile 2018.
La nuova richiesta prevede l'emissione di bond per un controvalore complessivo di 11 milioni. Si segnala che dopo la presente, residua una sola ultima tranche del controvalore di 7 milioni.
Si rammenta che l’operazione e' finalizzata in primo luogo a destinare adeguate
risorse al rafforzamento della struttura operativa e finanziaria della societa', anche in
vista di futuri sviluppi in termini di crescita per linee esterne ed espansione
internazionale
INTESA
-Il fondo F2i muove sulla Brebemi, la nuova autostrada tra Milano e Brescia, la cui quota di controllo - attraverso la holding Autostrade Lombarde - e' detenuta da Intesa Sanpaolo, che cosi' dismetterebbe un'altra partecipazione non strategica. Lo scrive Il Sole 24 ore spiegando che il negoziato e' in corso: l'operatore infrastrutturale, guidato da Renato Ravanelli, e l'istituto bancario avrebbero firmato un'esclusiva per definire l'operazione nei prossimi mesi, arrivando con cio' alla firma di un accordo preliminare. Difficile ipotizzare l'importo dell'eventuale transazione, che sara' soggetto a trattativa nonche' a diverse variabili. Tuttavia e' plausibile che Ca de' Sass realizzera' una buona plusvalenza sui 46 milioni a cui era iscritta Autostrade Lombarde (patrimonio netto pro quota 125 milioni) nel bilancio 2017. La Brebemi, entrata in funzione nel luglio 2014, e' un progetto che parte da lontano e vede tra i piu' convinti sostenitori Giovanni Bazoli, presidente emerito di Intesa Sanpaolo. Il suo obiettivo era abbassare i tempi e i chilometri di percorrenza tra Milano e Brescia, che fino a quattro anni fa erano collegate soltanto dalla A4, nota per essere una delle tratte autostradali piu' trafficate d'Europa. La nuova arteria, lunga 62 km, non e' tuttavia partita nel migliore dei modi tanto che alcuni l'hanno definita la classica "cattedrale nel deserto". I primi esercizi si sono chiusi tutti in rosso a causa del peso degli oneri finanziari, ma sembrano esserci le premesse per un progressivo miglioramento della redditivita' dell'asset che, nei prossimi anni, potrebbe poi giocare un ruolo di primo piano nel consolidamento dello scacchiere infrastrutturale del Nord. Di qui l'interesse di F2i, che a parte una minoranza nella holding Infracis - ad oggi non ha alcuna partecipazione nel settore autostradale ma possiede il profilo giusto per puntare sullo sviluppo di un'infrastruttura come Brebemi e per valorizzarla mentre Intesa Sanpaolo, gia' da tempo, non aveva fatto mistero di volersi disimpegnare dalle partecipazioni non core.
INTEK
Intek Group ha annunciato di aver costituito, insieme a Diva Moriani e Nativa S.r.l., la societa' benefit Nextep, prima piattaforma d'investimento in Italia dedicata ad aziende interessate ad integrare nel proprio modello di business la sostenibilita', intesa come innovazione e leva di crescita del valore economico, ambientale e sociale.
Lo scopo Nextep sara' infatti quello di promuovere una raccolta di fondi sul mercato per operare attraverso differenti veicoli d'investimento, quali Spac e fondi di private equity.
Come detto, i partner di Intek nell'operazione sono Nativa, societa' di consulenza attiva nel campo della sostenibilita', e Diva Moriani, vicepresidente di Intek Group..
SOCIETE' GENERAL
Societe Generale pagherà più di 1 miliardi di dollari per risolvere alcuni procedimenti avviati negli Stati Uniti e in Francia per tangenti a funzionari libici e per manipolazione del tassoLibor.Lo ha annunciato il dipartimento di giustizia americano.
La banca dichiarerà la propria colpevolezza alla corte distrettuale di Brooklyn, New York, per risolvere il processo con la accusa di tangenti estere e pagherà una multa di 585 milioni di dollari.Per le violazioni legate alla manipolazione del Libor, invece, la sanzione è di 275 milioni.Infine la banca francese ha concordato con la Cftc, la commissione che vigila sui mercati dei futures su commodity, il pagamento di 475 milioni sempre in relazione ad alterazioni del Libor.
ENEL
Adesioni al 73% delle azioni di Electropaulo all'offerta per 5,55 miliardi di reais, ovvero 1,48 miliardi di dollari. Il via libera degli azionisti - che hanno apportato all'opa 122,8 milioni di azioni - fa schizzare l'Enel sopra la soglia del 50% necessaria per conquistare il controllo della società.
La vittoria di Enel arriva al termine di una battaglia con Iberdrola durata settimane e fatta di rilanci, ricorsi e modifiche delle procedure. Enel con l'ultimo rilancio ha messo sul piatto 45,22 reais per azione, per un valore del gruppo brasiliano di 1,7 miliardi di euro. Con la cifra offerta ha superato i 39,53 reais messi in campo dalla controllata di Iberdrola, Neoenergia. L'offerta vincente dell'utility italiana è del 40% più alta rispetto a quella che la stessa società aveva messo sul piatto in precedenza e pari a 32,20 reais. Inoltre, dà un valore alla società di San Paolo del 138% in più rispetto a quello che aveva in Borsa prima dell'inizio della sfida quando le azioni di Eletropaulo oscillavano intorno ai 19 reais. L'offerta è stata lanciata attraverso la controllata Enel Sudeste, ed era condizionata al conseguimento di più del 50% del capitale Eletropaulo e' la principale rete di distribuzione di San Paolo e del Brasile con 7 milioni di clienti connessi e circa 20 milioni di clienti serviti, considerando che per ogni cliente connesso c'è intorno una famiglia. Con questa operazione Enel raggiunge una quota di mercato in Brasile del 20,4% in termini di numero di clienti, accrescendo la propria base clienti di 7 milioni di unità e diventando il primo operatore del Paese. In Brasile Enel è una realtà molto integrata, presente con generazione tradizionale, rinnovabile, vendita retail, vendita a grandi aziende e anche con i nuovi servizi proposti da Enel X. Nel settore della distribuzione già opera con Ampla, che copre la città e lo Stato di Rio de Janeiro e Coelce, nello Stato di Ceara'
ASTALDI
Ad Astaldi sono arrivate due offerte da gruppi turchi e il resto da conglomerate asiatiche, fra le quali la cinese China Merchant Group (Cmg). La cessione della joint venture che ha costruito il Ponte sul Bosforo sembra alle fase finali. Secondo le indiscrezioni Citi e Morgan Stanley, advisor del veicolo che controlla il Ponte, frutto di un'alleanza fra Astaldi e l'azienda turca Ic Ictas, sarebbero alla fase finale e starebbero raccogliendo le offerte vincolanti. Proprio dalla Turchia, scrive Il Sole 24 ore, potrebbe arrivare il compratore. Secondo i rumors, un gruppo locale sarebbe in pole position e potrebbe battere la concorrenza asiatica. La vendita del Bosforo e' tassello cruciale perla ricapitalizzazione da 300 milioni che serve a mettere in sicurezza il general contractor: alla concessione in Turchia sono legate, a cascata, le condizioni per attuare l'operazione. Dunque se, come pare probabile, Astaldi fara' cassa cedendo l'asset, scatteranno le altre condizioni che daranno il via al salvataggio: l'incasso minimo dalla vendita deve essere almeno di 185 milioni (ma in bilancio di Astaldi e' in carico per 35 milioni), cosi' il colosso nipponico Ihi, promesso sposo dell'azienda italiana confermera' il suo ingresso in Astaldi, pari al 18,2% del capitale (in caso contrario scatterebbe una clausola per cui Ihi restituirebbe indietro la quota alla famiglia). Ci sono tutta una serie di clausole tra Astaldi e Ihi, ma quella del Bosforo e' la piu' pesante (l'altra e' il Venezuela, dove l'impegno e' a non svalutare ulteriormente le attivita'): risolta la questione Turchia, il piano prende una strada in discesa. A una cessione dell'opera e' legato anche il via libera delle banche alla ricapitalizzazione da 300 milioni: il consorzio di garanzia, guidato da Jp Morgan, prendera' parte al rafforzamento patrimoniale, solo se Astaldi cedera' il ponte. Pare che il dossier del Ponte sul Bosforo sia finito addirittura sul tavolo del presidente Recep Erdogan, che avrebbe usato la sua moral suasion perche' l'opera, la piu' grande al mondo, un'infrastruttura ciclopica con 8 corsie stradali e 2 linee ferroviarie, avesse una proprieta' nazionale. D'altronde, il terzo collegamento tra Asia ed Europa e' strategico per il Paese.