SCONTRO GOVERNO /FIOM

Novembre 21, 2014

RENZI LANDINI

SCONTRO GOVERNO /FIOM

Sale la tensione tra governo e Fiom sulla riforma del mercato del lavoro.

Stamani, durante la manifestazione di Napoli contro la politica economica del governo, il leader dei metalmeccanici Cgil, Maurizio Landini ha detto che il premier Matteo Renzi non ha il consenso "di chi lavora e delle persone oneste".

Immediata la risposta del presidente del Pd, Matteo Orfini, che su Twitter replica: "Dire che il governo non ha [il] consenso delle persone oneste offende milioni di lavoratori che nel Pd credono. Spiace che a farlo sia un sindacalista".

In una intervista a Sky durante il corteo, Landini ha detto: Renzi "deve rendersi conto che oggi lui il consenso di chi lavora, dei giovani che stanno cercando lavoro e delle persone oneste, in questo Paese lui non ce l'ha. Ora deve decidere da che parte stare".

La sortita del leader sindacale non piace nemmeno al capo di Confindustria, Giorgio Squinzi, che mentre Landini parlava a Napoli partecipava con Renzi a una conferenza. "Io personalmente mi ritengo una persona onesta, più che onesta", ha detto.

L'ufficio stampa della Fiom ha cercato di porre riparo in una nota nella quale Landini dice di non aver "mai pensato - come mi viene attribuito da alcuni mezzi di informazione - che Renzi non ha il consenso degli onesti. Ho detto - e ribadisco - che il premier non ha il consenso della maggioranza delle persone che lavorano o che il lavoro lo cercano e che sono nella parte onesta del paese che paga le tasse".

Getta benzina sul fuoco il senatore Ncd, ex ministro del Welfare del governo Berlusconi, Maurizio Sacconi, secondo il quale "le parole sono pietre. Poi non ci si stupisca se...".

Parlando in Confindustria a una platea di imprenditori europei, Renzi ha detto che "l'ultimo voto in Parlamento [sul Jobs act] sarà il 9 dicembre, e a gennaio adotteremo i decreti attuativi".

Stamani la Camera ha respinto le pregiudizialialla delega e il testo sarà licenziato il 26 novembre, forse con fiducia. Poi la terza lettura in Senato.

"Liberiamo il sistema tradizionale italiano, l'articolo 18 che nel nostro paese rappresenta un ostacolo. Ora con il Jobs act e sconti fiscali sul lavoro non ci sarà più questo freno e questo dovrebbe liberare investimenti", ha concluso il premier lanciando una "provocazione" alle imprese.

fonte reuters

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