Se le banche vengono scalate

Giugno 28, 2012

Ma al di là dell’euforia delle piazze azionarie, chiaramente comprensibile, vista l’iniezione di denaro, siamo sicuri che Unicredit si rafforzi con questo nuovo socio “pesante” ?Complessivamente ad oggi gli investitori internazionali, come riportato poco sopra, detengono in Unicredit circa il 25% del capitale, quasi il doppio del blocco costituito dalle Fondazioni italiane.In particolare, oltre ad Aabar e Pamplona, nel capitale Unicredit figurano i libici di Lia e la Central Bank of Libya con una quota complessiva di circa il 5%, Blackrock detentrice del 3,1%, Capital Research con il 2,7% e Allianz con il 2%.Siamo proprio sicuri che Il 25% del capitale di Unicredit sia rappresentato da investitori pronti a “lottare” per l’istituto e per garantirne la solidità patrimoniale ?Difficile da dire se si pensa che, Pamplona, si presenta come un fondo speculativo, una società di asset management alternativo, autorizzata e regolata dalla Financial Service Authority britannica, ma i cui capitali arrivano da finanziatori russi.Inoltre dietro l’acquisto formulato da Pamplona, si nasconde Deutsche Bank, sotto forma di finanziatore, non interessato ? Difficile da credere.In particolare l’operazione è stata strutturata in modo che Pamplona, può decidere di estinguere il prestito cedendo le azioni Unicredit o rimborsandolo, a sua scelta.Deutsche Bank ha la facoltà di richiamare i titoli della banca italiana in portafoglio a Pamplona.Non male come scatola cinese vero ? Peccato che Deutsche Bank ha una struttura patrimoniale fortemente squilibrata sulla finanza, non solo fù la prima a dare pubblico avvio alla vendita dei titoli di Stato italiani, ora sembra voglia migliorare la propria debole rete retail.Non per nulla era stata data come probabile acquirente degli sportelli Antonveneta di MPS, un bel salto di qualità entrare per ora indirettamente addirittura nel capitale Unicredit !Grandi mosse straniere, dietro un fondo il cui nome svia al maggior parte dei lettori facendo pensare alla Spagna, mentre dietro vi è un intrigo anglo-russo-tedesco.Impressionante se si pensa, come sopra citato, che l’operazione effettuata ha un costo complessivo di soli 700 milioni di euro, una cifra alla portata di molti investitori, sarà a questo punto solo il “rischio paese” a salvare la seconda banca Italiana da una non auspicabile scalata ?Unicredit, ad oggi vale 14,5 miliardi, uno in più rispetto alla somma dei tre aumenti di capitale fatti dal 2008. Il mercato valuta meno del 30% i mezzi propri ufficiali, praticamente la banca vale quanto gli aumenti di capitale !Ma l’aumento di capitale di solito viene effettuato pe rafforzare non per rappresentare il capitale stesso !!Una simile sottovalutazione se protratta nel tempo, può dar luogo a grossi problemi di tenuta, per cui o i bilanci non danno un’adeguata rappresentazione della realtà oppure gli operatori hanno preso un abbaglio, tra le due ipotesi non sappiamo proprio quale scegliere, certo ad oggi Unicredit risulta in balia del mercato e degli scalatori.Risulta anche vero che sempre ad oggi, le prime 10 banche italiane capitalizzano in totale 43 miliardi, molto meno del valore della stessa Unicredit nel 2007.A questo punto non è solo Unicredit a doversi guardare alle spalle, ma un pò tutto il settore bancario italiano, escluso forse MPS, vista la copertura statale di cui gode, che andrebbe indigesta a chiunque volesse avvicinarsiFortunatamente, visto i chiari di luna che si registrano sui mercati, risulta difficile una improvvisa fiammata inerente scalate, soprattutto nel settore finanziario, almeno fino a che il quadro macroeconomico non si sia stabilizzato, basterà questo periodo, la cui lunghezza non è ancora “percepibile”, per riportare le nostre banche oltre i livelli di sicurezza ?Visto MPS non c’è da stare molto allegri, se poi consideriamo che Unicredit rappresenta, malgrado tutto, un modello per molti altri istituti europei, le preoccuapzioni crescono.Come cappello finale potremmo inserire anche un altra considerazione, Unicredit, più volte è stata definita quale vera banca europea, dato al sua presenza in più parti del continente.Quello che è sempre stato un fiore all’occhiello nella presentazione di questo istituto, ora potrebbe rivelarsi un vero e proprio boomerang, quale istituto è più appetibile da un gruppo speculativo, se non quello che può essere spezzettato più facilmente e quindi rivenduto in piccole unità ?Da questo punto di vista Unicredit è strutturata perfettamente, presente in Italia, Germania, Est Europa, Turchia.Purtroppo le fondazioni bancarie italiane con l’11-12%, non sono più in grado di difendere la banca da tentativi di scalata, l’unica istituzione che potrebbe intervenire è il governo o la Banca d’Italia se, insieme sapranno interpretare i requisiti qualitativi dei nuovi azionisti.Per ora parte dei deputati pensa ad andare in ferie…….fate un pò voi……TRATTO DAL BLOG  VERDEMONETA  ( ne parlavamo ieri degli asset e dei valori in borsa delle banche).

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