Seduta a due velocita’ a Wall Street, influenzata dalle trimestrali. Bilancio settimanale negativo

Aprile 21, 2013

wall street3Ospitiamo un post di Lina Cagossi corrispondente da wall street

Volatilita’ e nervosismo nell’ultima seduta della settimana a Wall Street. 70 aziende hanno pubblicato risultati trimestrali ed e’ tornata la paura terrorismo. Tutti i televisori sul floor del NYSE sono rimasti per l’intera seduta sintonizzati su quanto stava accadendo a Boston, anche Cnbc ha ieri ignorato la finanza per riferire le ultime notizie direttamente da Boston. Al NYSE il debutto del titolo SeaWorld non ha avuto molta copertura mediatica – nonostante pinguini e lontre a passeggio per il floor.

Gli indici intanto si sono mossi a due velocita’, con il Dow Jones penalizzato soprattutto da due titoli, General Electric e IBM, in forte ribasso in reazione ai risultati deludenti. Buon andamento invece per la tecnologia dopo gli utili positivi di Microsoft e Google. La settimana si e’ conclusa con un bilancio negativo per lo S&P 500, nonostante la seduta di ieri. Una prova, sottolinea Peter Cardillo, Chief Market Economist per Rockwell Global Capital, che siamo entrati in una fase correttiva che durera’ ancora per un paio di settimane. Ma non sara’ una correzione costante, vedremo alternarsi sedute positive a sedute negative con una perdita che in totale sara’ intorno al 6%. La prossima settimana 170 delle aziende che compongono lo S&P 500 pubblicheranno i conti del primo trimestre e Peter si aspetta una certa debolezza soprattutto per quelle del settore industriale che hanno subito la fase di rallentamento dell’economia – e quindi della domanda – in Asia e in Europa (vedi ieri General Electric).

Ieri hanno recuperato un po’ di terreno le materie prime che tentano di riprendersi dopo il forte scivolone. Si e’ trattato di un movimento tecnico, sottolinea Peter cardillo, dato che dal punto di vista fondamentale non e’ cambiato molto nelle ultime settimane, il rallentamento economico e’ in atto ormai da mesi in Asia, Europa e Stati Uniti. Inoltre, ricorda Peter, se guardiamo alla domanda di oro – sotto forma di metallo – e’ al momento sui massimi, come confermano anche i dati del World Gold Council, dal punto di vista della produzione non e’ cambiato molto. Il movimento al ribasso e’ stato invece provocato dalla rottura di un forte supporto tecnico che ha portato i grandi fondi a scaricare investimenti soprattutto in ETF’s, una corsa dettata dal panico secondo Peter. Ci vorra’ quindi diverso tempo per recuperare dai danni psicologici e tecnici.

La prossima settimana, mi dice Peter, attenzione ai dati sul settore immobiliare, sugli ordini al’industria e poi venerdi’ alla prima rilevazione del Pil del primo trimestre 2013. Peter si aspetta una crescita al 2,5% per il primo trimestre dell’anno ma un rallentamento da quei ritmi per il trimestre in corso, pari ad un Pil sotto il 2%. I dati economici che stanno arrivando in queste settimane sono per la gran parte inferiori alle attese, con il mercato del lavoro che non cresce ad un ritmo tale da impedire alla Fed di interrompere il QE3. E Peter ritiene che molto presto anche l’Europa si ritrovera’ costretta ad intervenire con la Germania che mostra segnali di debolezza e non e’ da escludere una fase di QE.

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