Ospitiamo un post di Lina Cagossi
Corrispondente da wall street
Il Dow Jones tocca un record per la quinta seduta consecutiva, lo S&P 500 e’ a nove punti dai massimi assoluti e l’indice VIX scende fino ai minimi di sei anni. Sembrava ad inizio seduta che i listini volessero prendersi una pausa ma poi nella seconda meta’ della giornata sono tornati a guadagnare terreno. Una sorpresa in una seduta come quella di oggi in cui forse ci sono piu’ ragioni per essere pessimisti che ottimisti, come mi ricorda Kenneth Polcari, Director Ny floor per O’Neil Secuirities. Kenny fa riferimento ai dati deludenti arrivati dalla Cina e alla decisione di Fitch di ridurre il rating sul debito italiano, che in una giornata povera di grandi spunti qui negli Stati Uniti possono fare la differenza. Motivi che pero’ non vengono presi al volo dagli investitori come scusa per iniziare la tanto attesa fase di consolidamento. Kenny sottolinea come il raggiungimento dei record da parte del Dow Jones non voglia dire molto per gli investitori se non che il mercato ha bisogno di un ritracciamento per poter creare nuove fondamenta. E la ragione per la quale lo S&P 500 non e’ riuscito ad arrivare ai massimi assoluti e’ da ricercare nell’incertezza per l’immediato futuro e per il temuto effetto Sequestration sui dati economici di marzo ed aprile. I 30 componenti del Dow Jones (grandi gruppi industriali, liquidi, che pagano buoni dividendi) sopporterebbero meglio l’efetto del raffreddamento della crescita economica e del ritorno della crisi in Europa rispetto a tanti dei componenti dello S&P 500.
E’ vero si e’ notata un po’ di euforia per lo S&P 500 almeno a giudicare dall’aumento dei flussi di capitale verso gli ETF basati sull’indice stesso. Un fattore che, mi ricorda Kenny, dimostra non solo un ritorno di interesse da parte degli investitori non istituzionali ma che conferma ancora una volta quanto sia cambiato il mercato. E’ cosi’ facile scegliere adesso un ETF che permette in una sola mossa di investire in un intero settore o in un’intera regione. E Kenny spera che un eventuale ritorno di fiducia da parte degli investitori, una volta ripartita l’economia per davvero, possa riportare agli investimenti su singoli titoli..
Oggi come si diceva pochi gli spunti, nessun dato economico in calendario. Per i dati importanti dovremo aspettare la fine della settimana: inflazione, vendite al dettaglio, produzione industriale. Naturalmente cercheremo eventuali effetti Sequestration nei dati e aspettiamoci una reazione del mercato se i numeri deluderanno le attese, ricorda Kenny. Che non si aspetta in ogni caso una netta e rapida correzione dei listini. Esclude flessioni superiori al 10%-15% e piuttosto stima un calo tra il 5% e il 6%. Per lo S&P 500, 1565 (massimo assoluto) si conferma una resistenza con 1525 e 1490 i supporti per i prossimi mesi.