STRESS TEST PIU' MORBIDI SUI DERIVATI
Gli stress test e l'asset quality review, che quest'anno interessano le maggiori banche italiane, rischiano di essere un boomerang per l'economia italiana.
Sono infatti più severi sulle esposizioni in titoli di stato, crediti alle imprese, immobili che su quelle in titoli illiquidi e questo potrebbe penalizzare gli istituti più tradizionali, come quelli italiani.
La riflessione viene dal presidente della Consob, Giuseppe Vegas, che oggi presenta al mercato il lavoro della Commissione per il 2013.
"La valutazione a prezzi di mercato delle esposizioni in titoli di stato risulta discriminatoria per le banche italiane rispetto a quelle di altri paesi che hanno esposizioni non meno significative, e non meno rischiose, in derivati e titoli strutturati". Sono prodotti per cui spesso non è possibile avere un prezzo di mercato e per cui non è quindi possibile stimare le perdite potenziali.
Circa gli aumenti di capitale annunciati o già varati dagli istituti di credito in vista degli stress test, "è verosimile" che i mezzi raccolti "andranno a irrobustire le coperture patrimoniali a fronte di sofferenze in crescita ed esposizioni in titoli di stato o comunque a innalzare i ratios patrimoniali", per Vegas.
L'impatto sulla crescita risentirà quindi "dell'ulteriore restringimento dei margini necessari per supportare l'erogazione di nuovo credito alle imprese".
Considerate le difficoltà del canale bancario, è il pensiero di Vegas, perché le risorse tornino a fluire verso le imprese è necessario promuovere canali di intermediazione finanziaria alternativi a quello bancario (crowdfunding, prestiti diretti tra privati, crediti erogati dai fondi,mini bond). Ma in particolare "è necessario puntare sullo sviluppo del mercato mobiliare".
FONTE REUTERS