Twitter, cosa dobbiamo sapere sull'ipo?

Ottobre 5, 2013

twitterTwitter, cosa dobbiamo sapere sull'ipo?

Il tecnofringuello si quoterà  per raccogliere circa 1 miliardo di dollari nella sua offerta pubblica iniziale. Il fatturato cresce - così come gli utenti - ma si fatica a trovare utili

  l'azienda non ha comunicato su quale listino quotarsi - il cui valore iniziale dovrebbe aggirarsi tra i 28 e i 30 dollari, per una valutazione di mercato che sfiorerebbe i 15 miliardi.
Come spiegato nei documenti depositati alla SEC - Twitter ha ora circa tre settimane per avviare il cosiddetto road show, puntando al Giorno del Ringraziamento qualora le condizioni del mercato borsistico restino favorevoli - l'offerta pubblica iniziale dell'azienda californiana cercherà di raccogliere un totale di 1 miliardo di dollari. La IPO di Twitter è gestita da numerosi partner tra società di investimenti e prestigiosi istituti bancari, da Goldman Sachs a Morgan Stanley e Deutsche Bank.

In effetti, la quotazione  del tecnofringuello sarà decisamente meno imponente di quello di Facebook, con la stessa azienda californiana che ha più volte ribadito l'intenzione di tenere un basso profilo per evitare il terribile flop vissuto da Facebook, che solo negli ultimi mesi è riuscita a superare il prezzo fissato nella sua IPO, 38 dollari per ciascuna azione.

Nel suo primo bilancio pubblico  Twitter ha registrato un incremento nel fatturato di 316,9 milioni di dollari dai circa 106 milioni nel 2011. Nei primi sei mesi di quest'anno, il tecnofringuello ha maturato un totale di 253 milioni di fatturato (solo 122 nei primi sei mesi del 2012), ma con un volume di perdite nette pari a 69 milioni di dollari (79 alla fine del 2012).

Con un deficit di 418,6 milioni di dollari, Twitter  un'azienda che fatica non poco a trovare il profitto. Certamente pesano le acquisizioni stabilite dalla stessa azienda californiana, che ultimamente ha speso 67 milioni per il servizio di social TV Bluefin e quasi 40 milioni per l'app crash reporter Crashlytics. Per non parlare di un aumento del 90 per cento nel numero complessivo di dipendenti, che sono  2mila unità in tutto il mondo.
La sua base di utenti, ammonta a 218,3 milioni. Nello scorso anno, lo stesso volume di account attivi ogni mese si fermava a 85 milioni.   Incoraggiante per i futuri profitti, la vendita di spazi pubblicitari su dispositivi mobile è in netta crescita, dal momento che il 65 per cento del fatturato dell'advertising viene generato dagli accessi in-app.

fonte punto informatico

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