VENDITA TERRENI DEMANIALI

Ottobre 13, 2014

DEMANIO

VENDITA TERRENI DEMANIALI

Entro il mese di ottobre
l’agenzia del Demanio pubblicherà i primi bandi di vendita di
terreni agricoli pubblici, relativi per il momento solo ad
appezzamenti di valore superiore ai 100.000 euro.
Si tratta dell’attuazione del cosiddetto decreto
“Terrevive”, firmato a luglio dal ministro delle Politiche
agricole, che per la prima volta mette in vendita o in locazione
5.500 ettari di terreni agricoli di proprietà statale, metà dei
quali provenienti dal Demanio, mentre per l’altra metà si tratta
di superfici in uso al Corpo Forestale e al Cra, il Centro per
la ricerca e la sperimentazione in agricoltura.
Il 20% dei terreni disponibili – pari a 1.100 ettari –
saranno posti in locazione, come anche gli eventuali
appezzamenti invenduti.
Sia nel caso della locazione che della vendita, i giovani
agricoltori – sotto i 40 anni – avranno diritto di prelazione.
Le vendite sono comunque vincolate a una clausola che impedisce,
per i prossimi 20 anni, di modificare la destinazione
urbanistica dei terreni.
Per il momento, non si sa quanti terreni saranno messi
all’asta nella prima tranche. Una fonte del demanio dice che si
tratta di appezzamenti di diverse Regioni. L’elenco completo dei
5.500 ettari è stato già pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il
31 luglio scorso.
Una stima ufficiale dei possibili proventi non è stata
elaborata, dicono sia dal ministero delle Politiche agricole sia
dal Demanio. Una fonte di Coldiretti, il principale sindacato
agricolo italiano, indica in 20.000 euro all”ettaro un prezzo
“ragionevole”. Il che darebbe un incasso complessivo di circa 88
milioni di euro.
Nel novembre 2011 Coldiretti aveva indicato, per la vendita
di 338.000 ettari di terreni agricoli pubblici, un incasso di 6
miliardi di euro, pari a poco più di 17.000 euro a ettaro.
Il meccanismo prevede che i terreni di valore superiore ai
100.000 euro vengano venduti all’asta, mentre quelli di valore
inferiore saranno venduti in una speciale vetrina sul sito
Demanio, con offerte tipo quelle del sito eBay, ha detto una
portavoce del Demanio.
Nel frattempo, ha detto la portavoce, i tecnici sono al
lavoro sia per le ricognizioni e le stime sui singoli terreni,
sia per stenderei bandi. Il ministero delle Politiche agricole
aveva annunciato le prime vendite a partire da settembre, ma le
ferie estive hanno rallentato l’iter.

PRIMO PASSO
Il provvedimento “Terrevive” è in realtà un’eredità
dell’ultimo governo Berlusconi, raccolta poi da quello Monti, il
cui ministro delle Politiche agricole aveva annunciato
l’intenzione di vendere alcune decine di migliaia di ettari.
I terreni oggi sul mercato rappresentano, secondo uno studio
di Confagricoltura sudati istat, solo lo 0,04% della Sau, cioè
la superificie agricola utilizzata italiana. Ma secondo fonti
del ministero delle Politiche agricole, il provvedimento serve
anche a spingere Regioni e Comuni, titolari di gran parte delle
terre pubbliche, a vendere le loro quote.
L”iniziativa sembra dividere gli esperti del settore.
Per Maria Letizia Gardoni, 25enne presidente dei giovani
agricoltori di Coldiretti, si tratta di un “passaggio epocale,
una scelta strategica che potrebbe dare una buona risposta ai
giovani nelle campagne, che sono sempre di più”.
Secondo Gardoni, che ha iniziato la sua attività pochi anni
nelle Marche fa comprando insieme ai genitori – dipendenti
pubblici – 10 ettari, che oggi ospitano un’azienda di frutta e
verdura macrobiotica, “potrebbero nascere 50.000 nuove imprese
agricole”.
Coldiretti, ha detto Gardoni, sta lavorando con Crédit
Agricole e altre banche per aiutare i giovani
agricoltori a poter accedere all’acquisto di terreni.
E’ scettico invece Dario Casati, un economista agragio che
insegna all’Università di Milano: “E’ un provvedimento che desta
perplessità. La logica è quella di fare cassa per ridurre il
colossale debito pubblico, con in più un’apparente connotazione
produttivistica. In realtà non sposta alcunché, e spesso si
tratta di terreni già coltivati e in affitto. In realtà nelle
campagne servono capitali, infrastrutture e aiuti al reddito”.

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FONTE REUTERS

 

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