Wall Street in cerca di stabilita’ dopo le flessioni del petrolio e i dati negativi arrivati dalla Cina
OSPITIAMO UN POST DI LINA CAGOSSI
Seduta di ribassi per gli indici di Borsa americani e i dati positivi sul settore manifatturiero non sono bastati a compensare l’effetto delle preoccupazioni per il rallentamento dell’economia a livello globale, innescate dai dati giunti dalla Cina.
Durante la seduta di venerdì, più breve del solito e dai volumi molto sottili, abbiamo visto la netta flessione del prezzo del petrolio dopo la decisione dell’OPEC a cui pero’ l’intero mercato non ha reagito, con l’azionario che e’ riuscito a resistere, sottolinea Kenneth Polcari, direttore delle operazioni sul floor per O’Neil Securities. Nel fine settimana gli analisti e i responsabili delle strategie hanno valutato l’accaduto e vediamo la reazione oggi, con il mercato sotto pressione seppure in misura limitata. I gestori stanno valutando il rischio non solo per le aziende del settore energia ma anche per il resto dell’economia, e nel frattempo decidono se abbandonare o meno i titoli del comparto energetico. Tuttavia, sottolinea Kenny, il mercato e’ comunque in rialzo dell’11% da inizio anno, in linea con le attese degli analisti dello scorso gennaio che erano per un ritorno alla normalità e per guadagni tra l’8% e il 12%, esattamente dove ci troviamo al momento. Quindi non c’e’ motivo di panico secondo Kenny che non crede che il greggio scenderà ancora, troverà stabilita’ introno ai $65, circa dove ci troviamo adesso. E una volta stabilizzato il prezzo del greggio tornerà la tranquillità sull’azionario e quindi torneremo a salire.
I numeri relativi al primo fine settimana degli acquisti natalizi hanno deluso le attese. Nel fine settimana della festa del ringraziamento, che comprende il cosiddetto Black Friday, le vendite sono calate dell’11%, e deluso le atesse degli analisti.
Il settore grande distribuzione ha registrato in apertura contrattazione la flessione maggiore dallo scorso gennaio per poi recuperare terreno.
Il Black Friday ha perso importanza rispetto a qualche anno fa, dice Kenny, dato che le catene della grande distribuzione, per attirare i consumatori, sono partiti con le offerte promozionali già’ all’inizio di novembre. Quindi per avere un quadro reale della situazione dei consumi dovremo aspettare la fine della stagione degli acquisti natalizi.
Sara’ una settimana densa di dati economici importanti. I più attesi sono quelli di ADP sull’occupazione del settore privato di mercoledì e poi i dati completi sull’occupazione di novembre in arrivo venerdì. Le attese, ricorda Kenny, sono per un calo del tasso di disoccupazione ma non ci dimentichiamo che siamo nella stagione del lavoro temporaneo, tante le assunzioni per assistere durante la stagione natalizia. Quindi un ritocco al tasso di disoccupazione e’ quasi scontato ma che potrebbe annullarsi nel mese di gennaio quando i nuovi assunti temporanei avranno perso occupazione. In sintesi secondo Kenny gli operatori guarderanno ai dati estrapolando con attenzione i numeri al netto delle componenti stagionali.
In recupero il prezzo del petrolio dopo le pesanti flessioni di venerdi’ successive alla decisione dell’OPEC di mantenere invariata la produzione. Movimento che ha innescato il recupero di titoli energetici, come Exxon e Chevron che hanno ridotto le perdite del Dow Jones. Il settore energia all’interno dello S&P 500 ha perso la settimana scorsa il 9,5%, mai cosi’ tanto da settembre.
Mentre continuano le speculazioni sulla decisione dell’OPEC e la battaglia dei prezzi con gli Stati Uniti, gli operatori guardano con attenzione all’impatto dei costi petroliferi sui prezzi. Il problema deflazione rischia di ingrandirsi in Europa e negli Stati Unitil’inflazione resterà’ sotto gli obiettivi della Federal Reserve. Possiamo aspettarci almeno, spiega Kenny, tassi di interesse sui livelli attuali ancora per lungo tempo.