Wall Street si prepara alle trimestrali – e ad una fase di correzione
OSPITIAMO UN POST DI LINA CAGOSSI (corrispondente da wall street)
Maggior ribasso in quasi tre settimane per la Borsa americana con gli indici che dopo una partenza al rialzo hanno subito virato per poi concludere la seduta in pesante ribasso. Un movimento in reazione ai recenti livelli record toccati da Dow Jones e S&P 500, non giustificati secondo molti operatori che quindi non trovano motivi per continuare ad acquistare. Le vendite hanno riguardato, ancora una volta, la tecnologia e il settore biotecnologia che hanno affondato il Nasdaq, che ha registrato il maggior ribasso degli ultimi due mesi.
Un movimento destinato quindi a continuare? Sembra che il consenso sia per una fase di correzione, facilitata dall’imminente stagione di trimestrali. Peter Cardillo, Chief Market Economist per Rockwell Global Capital, si aspetta una correzione tecnica nelle prossime settimane (ma conferma le sue aspettative di 1900 per lo S&P 500 prima dell’inizio della stagione degli utili) ma solo tra il 6% e l’8%, non crede che supererà al massimo un 10% ed esclude categoricamente una flessione tra il 20% e il 30% auspicata da alcuni analisti e responsabili delle strategie. I fondamentali iniziano e migliorare e quindi vedremo aumentare nei prossimi trimestri anche gli utili. I conti del primo trimestre hanno subito gli effetti del maltempo e quindi vedranno una crescita molto contenuta. Un fattore che quindi fornirà una scusa agli indici per indietreggiare dopo la recente lunga corsa e fornirà opportunità agli investitori per entrare sul mercato.
In settimana non avremo tante indicazioni economiche importanti, l’attenzione sarà rivolta sulle minute dell’ultima riunione della Federal Reserve con gli operatori sempre in cerca di indicazioni dalla banca centrale sull’inizio della fase di ritocco al rialzo dei tassi di interesse.
Intanto i dati sul mercato del lavoro arrivati la settimana scorsa dimostrano che l’effetto maltempo sta lentamente svanendo. Un dato che non ha sorpreso molto Peter (che si aspettava una creazione di 195 mila posti di lavoro) che invece ha accolto con favore la revisione dei numeri di gennaio e di febbraio e l’aumento del tasso di partecipazione – per effetto anche della scadenza dell’estensione della distribuzione dei sussidi di disoccupazione che ha spinto più americani a tornare alla ricerca di un lavoro. Inoltre l’aumento delle posizioni temporanee create e’ stato inferiore rispetto agli ultimi dati e fa pensare che i nuovi posti di lavoro creati siano stati per la grande permanenti. Tutte ragioni per essere ottimisti, mi dice Peter, che si aspetta nei prossimi mesi una creazione di oltre 200 mila posti di lavoro ogni mese.