Yahoo: account e buoi dei paesi tuoi
ospitiamo un post di Gaia BOTTA'
Sarà presto impossibile accedere ai servizi di Yahoo autenticandosi con un account Facebook o Google: Sunnyvale vuole più dati sui propri utenti, per personalizzare contenuti e pubblicità
Roma - Non basterà un account Google o Facebook, nel prossimo futuro, per accedere ai servizi offerti da Yahoo: sarà necessario registrare un ID presso la piattaforma in viola. Yahoo si potrà così basare su una mole di informazioni più nutrita per ogni utente, al fine di offrire servizi tagliati su misura. Advertising compreso.
A rilevare il cambiamento operato presso Yahoo è per primo Betanews: uno dei servizi di intrattenimento a sfondo sportivo, Yahoo Fantasy sports, invita ad accedere al proprio profilo con un ID di Yahoo. Di qui, la conferma che presto sarà necessario un account Yahoo per godere di tutti i servizi della piattaforma a cui fino ad ora si è potuto accedere con account di terze parti, nel nome di una esperienza utente più semplice, uniforme e personalizzata e nel nome di una più agevole messa in campo delle procedura di sicurezza.
Si tratterà di un passaggio graduale, che via via si estenderà a tutti i servizi: il recente repulisti dagli account inutilizzati dovrebbe agevolare i netizen che sceglieranno di continuare ad utilizzare le proposte di Sunnyvale registrando un account sulla piattaforma. La scommessa, tuttavia, è rischiosa: saranno gli utenti a soppesare il costo di dover registrare un nuovo account e il valore dei servizi che Yahoo sta tentando di rendere sempre più attrattivi.
La retromarcia di Yahoo, che da anni batte la strada dell'integrazione perseguita dall'ex CEO Carol Bartz permettendo ai propri utenti di sfruttare servizi come Flickr eseguendo l'accesso per mezzo di account di terze parti, mostra con chiarezza un cambio di strategia: se prima l'intento era quello di creare una base di utenti per macinare traffico sui propri servizi, ora l'obiettivo del CEO Marissa Mayer è quello di offrire contenuti centrati sui singoli utenti e, parallelamente, un advertising più mirato e di valore. Per farlo, è necessario raggranellare più dati possibile riguardo ai loro interessi e alle loro abitudini: permettere il login con servizi di terze parti come Google o Facebook significa rinunciare a questi dati.
Gaia Bottà